Pfas, analisi in tutta l’Alta «L’acqua di Etra è sicura»

Il presidente della multiutility fa il punto con i sindaci dei 73 Comuni serviti «Dal 2013 ben 38mila controlli l’anno, estesi ora a 8 aree diverse. E tutti negativi»
Di Cristina Salvato

CITTADELLA. L'acqua che sgorga dai rubinetti dei 73 Comuni gestiti da Etra è sicura e non presenta contaminazioni da Pfas, le sostanze perfluoro-alchiliche usate per rendere impermeabili i tessuti e potenzialmente cancerogene che hanno inquinato l'acqua di Comuni del Vicentino, del Veronese e del Padovano contaminando almeno 60 mila persone. Nel bacino servito da Etra è invece tutto sotto controllo: il presidente Andrea Levorato lo ha comunicato ieri mattina ai sindaci intervenuti all'incontro tecnico-informativo in cui il responsabile ricerca e sviluppo di Etra, Walter Giacetti, ha esposto una dettagliata relazione.

«Già dalle prime avvisaglie di possibili inquinamenti, nel 2013, Etra ha attivato protocolli di analisi», ha detto Levorato, «che finora, per quanto riguarda la nostra acqua di falda e quella che fuoriesce dai rubinetti, non ha mai mostrato presenze di inquinanti a livelli considerati pericolosi. D'altronde, l'acqua che Etra attinge per il consumo umano è la medesima che una multinazionale imbottiglia e rivende nei supermercati. A costi decisamente maggiori, tra l'altro: se mille litri (un metro cubo) Etra li fa pagare 1,70 euro, quella in bottiglia costa 0,25 euro al litro, 250 euro a metro cubo. Pertanto l'acqua che sgorga dai rubinetti è economica e può tranquillamente essere bevuta. E a garantirlo sono i 38 mila controlli l'anno che Etra effettua per accertare presenze di inquinanti». Le analisi sulla presenza di Pfas vengono eseguite a Carmignano, San Pietro in Gu e Fontaniva: a questi Comuni sono stati aggiunti, per rilevazioni straordinarie tra aprile e maggio, anche Santa Giustina in Colle, Piombino, Galliera, San Giorgio in Bosco e San Martino di Lupari. In nessun caso i valori hanno superato i limiti di pericolosità. «Nella rete Etra la contaminazione è idraulicamente impossibile», ha spiegato Lorenzo Altissimo, già direttore del Centro idrico di Novoledo, «in quanto gli strati sotterranei contaminati sono lontani e isolati rispetto al bacino servito e, anche se l'inquinamento continuerà a muoversi in falda, non potrà comunque mai raggiungere i punti di prelievo di Etra».

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