Pfas, partita la campagna di analisi nei pozzi privati

Finanziamento regionale di 40 mila euro, sono previsti mille campionamenti nelle acque sotterranee di 21 Comuni: l’unico padovano è Montagnana
Di Nicola Cesaro

MONTAGNANA. È partita ufficialmente ieri la campagna di analisi e monitoraggio che la giunta regionale ha affidato ad Arpav sui pozzi privati utilizzati per l’agricoltura e gli allevamenti nei 21 Comuni dell’area contaminata dalle sostanze perfluoro-alchiliche, i cosiddetti Pfas. Per la provincia padovana l’unico Comune interessato da questa particolare analisi è Montagnana. Gli altri sono Brendola, Sarego, Lonigo, Alonte, Zimella, Asigliano Veneto, Cologna Veneta, Poiana Maggiore, Noventa Vicentina, Pressana, Rovereto di Guà, Bevilacqua, Boschi Sant’Anna, Terrazzo, Veronella, Minerbe, Arcole, Legnago, Bonavigo e Albaredo d’Adige.

Saranno mille i campionamenti effettuati nelle acque sotterranee, finanziati con i 40 mila euro voluti dall’assessore all’Agricoltura Giuseppe Pan, che spiega: «Con questa indagine sarà possibile completare in modo organico e scientifico il quadro dell’inquinamento da Pfas nell’area individuata, affiancando alle analisi sulle acque superficiali già in essere e ai controlli biologici avviati sugli abitanti, anche i dati sulla presenza di queste sostanze nelle acque di falda, attinte dagli utenti individuali attraverso i pozzi privati e utilizzate per animali e colture agricole».

Recentemente, in un convegno che si è tenuto a Vicenza, il biologo dirigente presso la Direzione prevenzione sicurezza alimentare e veterinaria della Regione, Marina Vazzoler, ha fornito alcuni dati relativi a campionamenti su pozzi mirati a determinare la presenza di Pfas. Da luglio 2013 a luglio 2016 sono stati analizzati 1.228 campioni di pozzi autonomi in 1.064 captazioni diverse. Nel 17% dei casi sono stati rilevati Pfoa (una variante di Pfas) sopra i 500 micogrammi per litro, nel 9% Pfos (altra variante) sopra i 30 microgrammi (stiamo parlando di 3 grammi, una zolletta di zucchero, in 40 piscine olimpioniche da 50 per 25 metri e per due metri di profondità), nel 23% altri Pfas sopra i 500 microgrammi. Nella nostra Usl i campioni sono stati 12: sia per Pfoa che per Pfos e altri Pfas in nessun caso si sono registrati sforamenti. Più preoccupante è risultata la situazione dell’ex Usl 5 Ovest Vicentino, dove i superamenti delle performance di sicurezza - su 615 campioni - per gli Pfoa sono stati il 29%, per i Pfos il 13% e per gli altri Pfas il 37%. Segue l’ex Usl 6 di Vicenza con rispettivamente il 7%, il 6% e l’11% di superamenti su 401 campioni. Il consiglio degli specialisti, al di là dei numeri e in assenza di una completa visione del fenomeno, resta quella di non utilizzare l’acqua dei pozzi a scopo potabile.

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