Pfas, un acquedotto da Piazzola per rifornire l’area contaminata

La Regione investe 42 milioni nel tratto di rete dal Destra Brenta a Breganze che ha precedenza assoluta e attingerà da uno dei nuovi pozzi di Camazzole 
BELLUCO - FOTOPIRAN - CARMIGNANO DI BRENTA - SOPRALLUOGO AREA COSTRUZIONE POZZI
BELLUCO - FOTOPIRAN - CARMIGNANO DI BRENTA - SOPRALLUOGO AREA COSTRUZIONE POZZI





Quasi 42 milioni di euro per realizzare una condotta dell’acquedotto che porti acqua sana da Piazzola a Breganze, nelle zone vicentine inquinate dai Pfas, sostanze perfluoroalchiliche rilevate nella falda sotterranea.



La giunta regionale in questi giorni ha assegnato alla società Veneto Acque spa la progettazione e l'esecuzione della condotta di adduzione primaria, che partirà appunto da Piazzola. Una rete di 32 chilometri che si collega a quella realizzata di recente e che dai nuovi pozzi di Carmignano porta acqua nella bassa padovana e nel polesine.

Il ministero per l’ambiente, ancora a marzo, dopo la dichiarazione dello stato di emergenza Pfas, ha annunciato uno stanziamento di 120 milioni di euro per il Veneto su un progetto regionale che prevede 4 nuove reti, quella più imponente di Piazzola-Breganze (41,8 milioni), un’altra tutta nel Vicentino, da Lonigo a Brendola, una terza da Montagnana a Lonigo (18 milioni) e l’ultima nel Veronese (29,2 milioni). L’intervento di Piazzola è quello prioritario e di maggiore complessità, coerente con la programmazione del modello strutturale acquedottistico veneto (Mosav).

La nuova condotta avrà la capacità di intercettare importanti portate di risorsa idrica nel suo percorso, attingendola principalmente dal campo pozzi di Camazzole di Carmignano di Brenta, che Veneto Acque spa ha già realizzato nell'ambito del Savec, lo schema acquedottistico del Veneto Centrale.



L’opera consente di interconnettere le aree contaminate da Pfas con la rete acquedottistica, a tutto vantaggio della sicurezza degli approvvigionamenti. Il trattamento di filtraggio dell’acqua prelevata dalla falda nelle zone contaminate, finora fatto, non poteva infatti costituire una soluzione definitiva per la messa in sicurezza della rete acquedottistica dei comuni inquinati da Pfas. L’unica soluzione è dunque l’approvvigionamento da altre zone regionali, attraverso nuove condotte adduttrici.

«Prendiamo atto dell’importante iniziativa», dice l’assessore ai lavori pubblici Fabio Malaman, «abbiamo appurato che non si tratta di un prelievo aggiuntivo ma una condotta che adduce acqua nel Vicentino. Nella logica solidaristica dei territori contaminati, siamo sicuramente favorevoli, ma allo stesso tempo attenti che non ci sia un impoverimento della falda nei nostri territori e in particolare a Carmignano, dove c’è già un consistente prelievo. Abbiamo attivato l’ufficio tecnico a verificare con la Regione bene dove passerà la condotta e le caratteristiche del progetto». —

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