Piano di caratterizzazione ok primo passo verso la bonifica

MONSELICE
La Regione, dopo 4 anni di attesa, approva il piano di caratterizzazione ambientale dell’ex cementeria Italcementi. La notizia arriva direttamente dal decreto n. 2 di febbraio, a seguito della conferenza dei servizi istruttoria di dicembre che si è tenuta a Venezia a cui hanno partecipato i rappresentanti di Regione, Provincia, Arpav e Comune di Monselice (erano presenti l’assessore all’ambiente Lucio Fortin e il dirigente dell’ufficio tecnico Giuliano Sinigaglia).
Il tavolo di lavoro ha dato il via alla caratterizzazione ambientale dell’area (184.000 mq), cioè ad una serie di attività che permettono di ricostruire i fenomeni di contaminazione a carico di matrici ambientali. Questa operazione permetterà di ottenere le informazioni per procedere alla bonifica e messa in sicurezza del sito industriale chiuso dal 2015.
Nel dicembre 2016 Italcementi aveva trasmesso al Comune di Monselice e alla Provincia il Piano di dismissione del sito, previsto dall’autorizzazione integrale ambientale. Nel giugno del 2017 però il Comitato popolare “Lasciateci respirare” aveva recapitato a vari enti e al sindaco di Monselice, una lettera con una piantina allegata, pervenuta in forma anonima da un ex lavoratore dello stabilimento, dove si denunciava una gestione poco ortodossa dei rifiuti interni e dei processi produttivi del cementificio. In particolare erano indicati i punti di un presunto interramento di rifiuti vari e ingenti fuoriuscite di oli e combustibili. «A dicembre 2018 vengono resi noti i risultati di un prelievo da parte di Arpav nelle acque sotterranee del sito di Italcementi», spiega il consigliere Francesco Miazzi, «ed emerge un dato preoccupante: il triclorometano arriva a 0, 24 microgrammi/litro superando di oltre una volta e mezzo il limite stabilito per la soglia di contaminazione nelle acque sotterranee».
Inoltre, in successive analisi eseguite dalla ditta incaricata da Italcementi, le soglie di contaminazione nelle acque di falda sono superate anche per gli IPA, arsenico, ferro e manganese. «La società ha attribuito questi superamenti a fattori riconducibili al fondo naturale o ad inquinamenti provenienti da altre fonti», continua Miazzi, «per questo è importante procedere agli accertamenti in modo celere, chiarendo i tempi di esecuzione delle analisi di caratterizzazione ambientale anche se rimane indefinito l’accertamento sui punti indicati dalla denuncia di presunti interramenti e fuoriuscite di carburanti. Sono passati 3 anni e mezzo e nessuno ha ancora verificato questa possibilità d’inquinamento. Inoltre, resta il rammarico verso l’amministrazione Bedin che non ha voluto coinvolgere il consiglio comunale, la commissione ambiente, i Comitati e i cittadini del percorso intrapreso». —
Giada Zandonà
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