Piazzola sul Brenta celebra l'unione civile fra due gay

PIAZZOLA SUL BRENTA. Alessandro e Daniele sono la prima coppia iscritta al registro comunale delle unioni civili, istituito un paio di mesi fa. Il 20 dicembre, dopo qualche empasse burocratica, è arrivato il certificato anagrafico che attesta la costituzione dell’unione civile basata su vincoli affettivi. Un riconoscimento ufficiale che, nella lacunosa normativa italiana, fotografa a livello comunale uno status giuridico dettato da legami affettivi. Una conquista e una bella sorpresa di Natale per Alessandro Buriani, 51 anni, di origine senese, e Daniele Frigo, 45 anni di Thiene, rispettivamente ricercatore per il gruppo Data Medica il primo, e acconciatore il secondo, residenti a Piazzola da 5 anni. Nel 2011 Alessandro e Daniele hanno coronato il loro sogno d’amore sposandosi ufficialmente. Per farlo hanno dovuto volare nelle Azzorre, le isole portoghesi, dove, a differenza dell’Italia, la legge consente i matrimoni tra persone dello stesso sesso. Da allora, attendono ancora la risposta alla richiesta di trascrizione dell’atto all’Ambasciata italiana.
«Abbiamo accolto con grande entusiasmo» ammette Alessandro «l’iniziativa del Comune di Piazzola. È un raro esempio di civiltà e un’opportunità concreta per le coppie, etero ed omosessuali, che vivono insieme. Da questo non nascono conseguenze patrimoniali, ma almeno, nei casi estremi, come l’assistenza al compagno in caso di incidenti o malattie, c’è un riconoscimento del vincolo affettivo. Come pure per eventuali benefici comunali, come ad esempio l’accesso ad asili nido o case popolari. Certo l’emozione del matrimonio è un’altra cosa e noi abbiamo potuto provarla in un clima di grande calore e sensibilità. Ma questo è un primo passo e consigliamo a tutti di iscriversi al registro, anche se ancora non è molto pubblicizzato, perché è un’opportunità oltre che un segno di civiltà. Abbiamo apprezzato molto» conclude Alessandro «la sensibilità disinteressata dell’amministrazione sul tema dei diritti civili. Non ci sono stati clamori o cerimonie, ma un iter discreto e rispettoso».
«È uno strumento», sostiene il sindaco Renato Marcon, «per tutelare i diritti civili e favorire l’integrazione. Dare la giusta dignità a due persone legate affettivamente e conviventi. È un modo per riconoscere i diritti responsabilizzando le persone. Sulla base di questo presupposto, lunedì sera verrà discussa in consiglio anche una mozione per dare un riconoscimento agli stranieri nati in Italia che hanno concluso la scuola primaria. Sono giuste attenzioni e opportunità a chi acquisisce gli elementi culturali del nostro territorio».
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