Piombino Dese, il parroco: "Adottate i bambini così salvate il nostro asilo"

Appello di don Giorgio Marangon e del consiglio pastorale per il Centro dell'infanzia San Giuseppe: "adozione a distanza" per fare fronte ai costi che rischiano di portare alla chiusura della scuola materna, bastano 15 euro al mese per ognuno dei 125 bambini
PIOMBINO DESE. «Insieme salviamo la nostra scuola»: è il grido d'aiuto lanciato dal consiglio pastorale e dal parroco don Giorgio Marangon per la materna che rischia di chiudere. Per poterla sostenere, fra le iniziative che il consiglio pastorale sta mettendo in atto, spicca «l'adozione» di ogni bambino della scuola. L'Sos alle famiglie del paese, rivolto dalle colonne del foglio parrocchiale e dal pulpito durante le messe, non prevede chissà quali richieste: 15 euro al mese per «adottare a distanza» un bimbo del Centro infanzia San Giuseppe, da versare a seconda delle disponibilità (mensilmente, trimestralmente o annualmente), indicandolo sul modulo in distribuzione oggi alle famiglie.


«Dobbiamo fare di tutto per salvare la scuola - sostiene il parroco - La materna parrocchiale fa parte della storia locale da un secolo, dobbiamo impegnare ogni risorsa disponibile». Così don Giorgio, nel foglietto parrocchiale, lancia un'altra iniziativa: devolvere alla scuola le offerte per i fiori in occasione dei funerali. Già nell'epigrafe di una settantenne è comparsa la formula «non fiori ma un'opera di carità devolvendo la somma per i bambini della materna». La Pro Loco è stata coinvolta e devolverà il ricavato per Carnevale in Piazza alla scuola per l'infanzia.


Le famiglie dei 125 alunni della materna, che ha 20 dipendenti tra insegnanti e addetti, pagano 150 euro di retta al mese, quota da poco ritoccata proprio per le esigenze di bilancio. Il contributo comunale è di 55 euro mensili per alunno; altri 50 sono stanziati da Stato e Regione. Eppure ogni mese c'è un disavanzo di 15 mila euro: mese dopo mese, è arrivato a 150 mila.


«Già al mio arrivo, nel marzo scorso- racconta don Giorgio - la situazione era traballante: c'era un passivo di 15 mila euro. E meno male che l'amministrazione comunale ha aumentato i contributi. Ma adesso, per non chiudere, dobbiamo mettercela tutta: la nostra materna non è solo un servizio alle famiglie, ma è anche volontariato, didattica e fucina di valori cristiani».

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