Piramide sui Colli Euganei bocciata dal Tar: via libera alla demolizione
Respinta la tesi difensiva degli adepti della setta che l'ha costruita abusivamente: era indicata come deposito di salumi

LA PIRAMIDE. Alta sette metri, è stata edificata a Valnogaredo
CINTO EUGANEO. Il Tar del Veneto boccia la piramide dei Colli Euganei. Con un decreto che porta la data del 16 agosto, i giudici della seconda sezione hanno stroncato le speranze dell'Associazione «La Piramide di Luce», negando la sospensiva all'ordine di demolizione emesso dal Parco Colli. La piramide quindi ha le ore contate. Costruita dall'associazione vicentina presieduta da Mario Lando, e destinata alla meditazione, la struttura piramidale di 7 metri si trova in via Sassoni 26 a Valnogaredo, a fianco dell'agriturismo Alto Venda. E' spuntata a settembre dello scorso anno, nel cuore del Parco dei Colli Euganei, senza alcun permesso. Il Tar ha quindi dato ragione al Parco e stabilito che si potrà andare avanti con la demolizione.
Singolare la linea difensiva adottata dai ricorrenti, rappresentati dall'avvocato Claudio Michelon di Padova. Hanno sostenuto infatti che la piramide sarebbe destinata «esclusivamente» ad uso «agricolo-ecologico aziendale ed oleario». Di più: la struttura piramidale, rivestita in granito sardo, sarebbe utilizzata, sempre secondo i ricorrenti, «per il deposito di bottiglie di olio e per la conservazione e stagionatura dei salami». Una tesi che decisamente non ha convinto i giudici del Tar.
I giudici invece sono andati a guardarsi il sito dell'associazione (
) e hanno concluso che la piramide assolve a funzioni ben diverse dalla stagionatura dei salami. Si tratta invece di una «struttura fisico-energetica» costruita allo scopo di «accelerare la consapevolezza dell'individuo che si espone ad essa». Per il Tar, c'è una palese soluzione di continuità per sagoma, volumi e funzione rispetto alle costruzioni che in passato erano presenti sull'area. Secondo i magistrati, il manufatto è palesemente destinato a un uso prolungato nel tempo e non si può considerare una costruzione precaria, come invece sostenevano i ricorrenti.
Il Tar quindi respinge la richiesta di sospensiva e fissa per l'8 settembre l'udienza nel merito. Nel frattempo, la «sopravvivenza» della piramide è appesa a un filo. Se 15 giorni fa il primo blitz del Parco era fallito, per il presidio degli aderenti all'associazione, stavolta l'ente di tutela potrà farsi forte anche di questa decisione.
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