«Plebiscito, ecco perché costa 10 milioni»

L’analisi tecnica del Pd sui progetti: parcheggi fuori norma, strade da allargare e assenza di raccordi tra le tribune
Di Claudio Malfitano

«Cinque milioni di euro? Sono quelli oggi sulla carta. Si arriverà almeno a 10, probabilmente 12». Sembra una gara al rialzo. I costi del Plebiscito continuano a salire, almeno secondo l’analisi tecnica che il Pd padovano ha fatto sui due progetti depositati a Palazzo Moroni.

Il definitivo per la ristrutturazione delle tribune e i due nuovi spalti (3 milioni di euro a firma Massimiliano Pagnin) e l’esecutivo per i nuovi mille parcheggi a nord e sud dell’impianto (1,9 milioni a firma Marco De Poli e Pierdavide Scambi). Per questi progetti l’amministrazione ha già speso oltre 143 mila euro: gli unici soldi finora usciti dalle casse comunali per il nuovo stadio dell’Arcella. Gli altri restano, per adesso, solo impegni di spesa.

«Ma siamo davanti a una cifra enorme. Se penso ai padovani in difficoltà, agli anziani a cui questa giunta ha tagliato i pasti, provo grande rabbia per queste operazioni sconsiderate e dico che il sindaco si deve fermare subito e consultare i cittadini», sottolinea il segretario del Pd Massimo Bettin.

Ecco punto per punto tutte le mancanze tecniche che potrebbero far lievitare i costi.

Il ghiaione dei parcheggi. Nel progetto esecutivo per i 41 mila metri quadri di nuovi parcheggi si ricava un costo unitario di circa 33 euro al metro quadro, quando il costo di mercato di un parcheggio a norma è di almeno 80 euro.

Nasce cosi il giallo del “ghiaione drenante”. È il materiale previsto per il Plebiscito ma dal 31 dicembre 2018 diventerà fuori norma, perché la legge prevede che i parcheggi devono essere impermeabili e le acque di prima pioggia (i primi 5 millimetri) devono essere trattate (disoleate e sedimentate) per evitare l’inquinamento delle acque superficiali. Tra due anni dunque, a meno di proroghe, il parcheggio dovrà essere rifatto, con una spesa di 2 milioni di euro in più.

La sala per la sicurezza. Per ottenere l’omologazione per le partite di Serie B lo stadio dovrà avere tutta una serie di misure di sicurezza: tornelli, impianto di videosorveglianza, sala Gos per vigilare su ogni settore dello stadio e sui parcheggi. Il progetto Pagnin prevede una spesa di 200 mila euro. Ma per adeguare l’Euganeo ne sono già stati spesi 500 mila.

Lo stadio senza curve. Era stato Everardo Dalla Noce a definire l’Euganeo lo stadio «meno sexy d’Italia», quando ancora mancavano le curve.

Lo stesso accadrà al Plebiscito, almeno in questo primo stralcio. Nel progetto di Pagnin infatti è previsto il restauro delle tribune est e ovest già esistenti e la costruzione di due nuove tribune a nord e sud. Mancano però gli elementi di raccordo tra questi quattro elementi. Sono però previsti i “plinti” per i futuri ampliamenti, che potrebbero costare altri 2 milioni di euro.

Strade da allargare. Nel progetto dei parcheggi è inserita la previsione di allargamento di una parte di via del Bigolo. Ma per questioni di sicurezza (cioè per garantire il passaggio agevole di ambulanze e mezzi dei Vigili del fuoco) sarà necessario ampliare anche via Leonati, via Geremia e l’altra parte di via del Bigolo. Spesa ipotizzata: 400 mila euro.

Invarianza idraulica. Non è previsto nei progetti un bacino di laminazione per la sicurezza idraulica. Potrebbe essere necessario per evitare problemi al sistema fognario di Mortise. Costa 300 mila euro.

Il Pd tira le somme. «Così si sale a oltre 10 milioni di euro», riassume Bettin. «Bitonci ci mette sul binario morto di un’opera folle e inutile che però ipotecherà milioni e milioni anche per le prossime amministrazioni». Ci mette il “carico” il segretario cittadino dei dem Antonio Bressa: «È un altro esempio della mancanza di trasparenza dell’amministrazione. Bitonci nasconde l’evidenza per tentare di indorare una pillola già fin troppo amara per i padovani. A tutto questo si è aggiunta anche la codardia di chi vuole negare il confronto e la partecipazione, dichiarandosi contrario a una democratica consultazione popolare». Chiude il consigliere Enrico Beda con un perentorio: «Il sindaco la smetta di prendere in giro tutti: se ha coraggio si confronti con i cittadini e sistemi gli impianti sportivi della città, per i quali invece ha aumentato le tariffe».

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