«Presto altre rotonde, servono»
Il sindaco ammette i guai del passato, ma rilancia: tre rondò lungo la Sr 10

LA FESTA. Da sinistra: giovani del Pd con il confermato sindaco di Este; Piva fra l’ex sindaco di Conselve Luciano Sguotti e il senatore Paolo Giaretta A destra: il suo discorso alla folla di sostenitori accorsi in piazza Trento a Este per festeggiare la sua brillante rielezione
ESTE.
Passata la festa per la rielezione al ballottaggio, Giancarlo Piva, neo eletto sindaco di Este, si rimbocca già le maniche. In municipio lo attendono numerosi impegni. Al di là dei tanti complimenti ricevuti, c'è anche chi, sotto sotto, teme che con la riconferma arrivino altri dossi e altre rotatorie. E Piva non si mimetizza. Anzi dice che di rotatorie ne realizzerà altre. «Rotonde e attraversamenti pedonali - dice - avevano l'obiettivo di tutelare la mobilità debole e fluidificare il traffico. Non ho mai nascosto che questi interventi abbiano creato seri problemi, sia per i sistemi costruttivi utilizzati e per il materiale impiegato. In parte anche per la progettazione, e di questo mi assumo ogni responsabilità. Gli obiettivi però restano validi, per cui dove necessario costruiremo altre rotatorie».
Dove pensa di costruire nuove rotonde?
«Penso all'innesto tra via Augustea e la Sr 10, all'incrocio del Manfredini e a quello del Famila. In questo caso sarà il Famila a pagare».
Qual è la battuta d'arresto più forte patita nei suoi cinque anni di governo?
«Quella legata proprio a dossi e rotatorie. E' stata una tematica molto sentita dalla gente, che ha creato tensioni anche nella mia maggioranza e che, non a caso, ha portato alle dolorose dimissioni dell'assessore Stefano Meneghini».
Meneghini non è stato l'unico assessore a cadere...
«L'altro è Pierantonio Capodaglio, allontanato perché il suo gruppo Este Viva è stato poco leale. A novembre aveva già espresso la volontà di correre da solo alle elezioni, a differenza delle Civiche d'Este che hanno continuato a sostenermi. Este Viva rincorreva un'identità che poi ha svenduto a un candidato estremista come Paola Goisis».
La si accusa di un difetto: di aver accentrato troppo su di lei cariche e poteri.
«Sì, è un difetto che mi riconosco, ma che trova riscontro in quel che chiede la gente. Gli elettori ripongono sul sindaco la fiducia, e questi deve prendersi tutte le responsabilità. Le gente viene in municipio e chiede di parlare con il sindaco, anche se ci sono gli assessori. Questo ha comportato che gli assessori uscenti, al primo turno, hanno preso pochi voti. Il motivo è chiaro: hanno lavorato per portare acqua al mio mulino. Sono stati indispensabili».
Che cruccio si porta dietro?
«Il fatto di essere stato limitato dal patto di stabilità, uno strumento vessatorio che punisce organismi sani come il mio Comune. Ho tante opere ferme per colpa del patto. E' snervante promettere interventi fattibilissimi e non poterli realizzare perché lo Stato non lo permette».
Tra i vari impegni che l'aspettano c'è l'avvio dell'ospedale unico di Schiavonia. Che ne sarà delle strutture ospedaliere di Este?
«Mi opporrò al progetto delineato dall'Usl 17 per i 70 mila metri cubi di Este, ossia ad una massiccia destinazione residenziale dell'area. Non voglio snaturare l'urbanistica di questa zona e voglio mantenere i posti di lavoro che i servizi sanitari danno da sempre. Qui nascerà una piastra di poliambulatori, arriverà la sede del distretto, si insedierà il dipartimento di prevenzione. E poi voglio recuperare l'idea di Natalino Zoggia, che qui aveva pensato ad un centro d'eccellenza per la riabilitazione dagli handicap».
Qualcuno ricorda ancora il sindaco che in motorino cerca la fonte della puzza e finisce in Sesa...
«La lotta contro i cattivi odori continua per Sesa ma deve essere allargata anche agli allevamenti limitrofi. Ci sono imprenditori responsabili, ma anche tanti "pierini". Circa la Sesa credo di poter portare il teleriscaldamento a 200 famiglie e di riqualificare l'impiantistica legata al compostaggio, arretrandolo più a nord».
Arriva da una «batosta» del Tar sulla questione revamping: Este, come Baone, non ha diritto ad essere inclusa nella convenzione tra Italcementi, Parco e Comune di Monselice...
«Al di là che stiamo pensando di impugnare la sentenza, per noi resta comunque la vittoria legata all'accoglimento dell'opposizione al revamping fatta con i comitati. Si dice che Este e Baone non hanno diritti? Qui non si tratta di cementeria e basta, bensì di lavoro e tutela dell'ambiente. Este deve avere un ruolo primario di coordinamento».
Un ultimo sguardo all'esito del ballottaggio. Si sente senza avversari ora?
«Il centrodestra ne è uscito distrutto. La classe politica di destra non ha capito che era il caso di puntare su altre persone, e non su figure trombate più volte. C'erano esponenti che sarebbero stati molto più competitivi (l'allusione pare sia a Stefano Bernardoni, ndr) e che non sono neppure finiti in lista. Secondo me, però, questi signori non hanno ancora capito la lezione».
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