Profughi a Padova, il presidente di Ecofficina: "Borile senza scrupoli"

Le intercettazioni / Il profilo del capo della coop nelle parole del socio Battocchio: «Non ha paura di nulla, comportamento delinquenziale»

PADOVA

«Simone Borile è un disperato che non ha paura di niente e che costruisce documenti». 21 aprile 2016: Gaetano Battocchio – presidente di Ecofficina poi Edeco, la coop che (quasi) monopolizza in Veneto la gestione dei migranti e i centri governativi di San Siro a Bagnoli, nel Padovano, e di Conetta a Cona, nel Veneziano – si sfoga con una collega e ammette di consultare un legale per ogni iniziativa. È preoccupato: «...fesso di turno? Si troveranno un altro fantoccio». Anche lui è indagato nell’ambito dell’inchiesta sull’accoglienza dei richiedenti asilo come il socio Borile. Eppure «Battocchio sosteneva che Borile aveva un comportamento delinquenziale e cercava sempre un proprio interesse privato» scrivono i carabinieri del Nucleo investigativo di Padova nel rapporto conclusivo trasmesso al pm padovano Federica Baccaglini.



Luglio 2016. Nell’ex base missilistica di Conetta lavorano solo 4 operatori per 840 migranti come dalla telefonata di una dipendente Edeco che informa i vertici della coop. Borile e la moglie Sara Felpati rispondono che gli operatori sono anche troppi. L’11 gennaio 2017 si contano 1258 migranti a Conetta (190 residenti). Ma si bara sul numero degli ospiti pure a San Siro, benché la dichiarazione delle presenze sia obbligatoria per le vaccinazioni. Il motivo? C’è il timore che lo vengano a sapere sindaci. E cittadini. Il 17 novembre 2015 al telefono con Felpati, la funzionaria prefettizia Tiziana Quintario (indagata) tira le somme: «... fare un po’ di confusione è la cosa migliore».



Il centro di Conetta sfugge di più al controllo della cricca dell’accoglienza padovana. Il 24 agosto 2016 è preannunciata una visita del prefetto di Venezia e dell’Usl. Borile fa allestire in fretta e furia una sala a uso scuola con lavagne e banchi. Il 29 chiama l’artigiano A.V.: serve adeguare water e box docce «entro domani... per avere i numeri a posto». Non si trova tutto il necessario e Borile chiede «se qualcuno glieli può prestare per una settimana...». Il 28 luglio c’era stata una verifica dell’Istituto di prevenzione dell’Usl 13: Sara Felpati si era lamentata di non essere stata avvisata come prassi. Il direttore dell’Istituto Tovanetti aveva replicato: non è prassi avvertire; i controlli sono improvvisati; anzi avvisare prima è un reato.



Cambia tutto a Bagnoli. Nel dicembre 2015 l’Usl 17 fa un’ispezione. Si legge: «Il 16 del mese Quintario dice (a Borile) che la prefetta (Impresa) si è arrabbiata in merito al comportamento di Pavesi (direttore generale Usl 17). Quest’ultimo si sarebbe lamentato del fatto che la situazione è disastrosa...». Riferisce pure quanto detto da Pavesi su Borile («Il gestore è un delinquente») e su di lei («Gli ha fatto da sponda»). Ogni ispezione è preannunciata. Lo aveva ammesso Borile il 28 novembre : «...bisogna che la Prefetta (Impresa)... sia in grado di concordare che non vogliamo il Comune tra i piedi». L’alleanza Prefettura-Edeco è salda fin da prima che aprisse il centro nel novembre 2015. A settembre Impresa aveva strappato al Comune una fetta dell’ex base contro il volere del sindaco, Roberto Milan. Borile aveva spiegato a Quintario: «... il sindaco di Bagnoli rimarrà solo e abbandonato a se stesso... tutti gli altri (sindaci) non avranno più l'incubo della distribuzione (dei migranti)». E ancora: «... bisogna vivere ogni tanto anche delle disgrazie altrui... che idiota (il sindaco)». E lei: «...te l'ho detto che è un imbecille». 29 settembre 2016: il vice prefetto di Padova, Alessandro Sallusto, chiama il collega Pasquale Aversa (indagato). Lo informa che il sindaco di Bagnoli ha scritto una lettera all’Usl e al governatore Zaia, chiedendo un sopralluogo urgente (gli ospiti sono 800). E aggiunge che l’Usl vorrebbe concordare il giorno. Di più, «dice che ha fatto vedere la lettera alla prefetta la quale ha detto di convocare al più presto Borile per fare il punto sul numero degli ospiti (862) e... i servizi igienici... altrimenti occorrerà metterci una pezza» si legge nel rapporto dell’Arma. Il 4 ottobre 2016 Aversa vuole «procrastinare il più possibile il sopralluogo, aldilà delle lamentele del solito Milan sindaco».



11 novembre 2015, Quintario chiama Borile per sapere se a Bagnoli si sia presentato personale dell'Usl. Borile conferma ma sono stati lasciati fuori. Quintario aggiunge: il sindaco aveva chiamato Sallusto. E lui avrebbe risposto che andava chiesta specifica autorizzazione alla Prefettura. «Sono andati via incazzati» commenta Borile. Quintario: «Allora è guerra». 14 dicembre 2015, tra Aversa e Quintario un commento sugli ispettori dell’Usl: «Sono stronzissimi». Vengono addirittura piazzati docce e wc per finta. Conferma Aversa: «Sono stati messi lì per fare una sceneggiata». —



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