«Proprestige, nessuna truffa» l’ultima parola spetta al giudice

La pesante condanna a 5 anni e 6 milioni da pagare come provvisionale ovvero anticipo sul risarcimento (condanna già impugnata in Appello) era stata inflitta per bancarotta aggravata il 29 aprile. Tuttavia secondo la procura nessuna truffa, l’altro reato contestato in origine. Ecco perché il pm Daniela Randolo ha sollecitato l’archiviazione di quest’ultima accusa nei confronti dei due ex vertici di Proprestige srl, Ugo Antonio Barchiesi, 61 anni, residente a Padova in corso Vittorio Emanuele Filiberto, già presidente del consiglio di amministrazione dell’immobiliare, e Fabio Viero, 51 anni residente a Padova in piazza del Santo, amministratore unico (dal 13 maggio 2011).
L’inchiesta per truffa era stata avviata in seguito alle denunce di alcuni notissimi calciatori-clienti della società specializzata nell’immobiliare di prestigio. Tra loro, l’ex nazionale e campione del mondo Luca Toni; Cristian Zaccardo, già del Palermo poi nel Vicenza, e l’attaccante Rolando Bianchi che, in affari con Proprestige, nel maggio 2013 avevano segnalato un presunto raggiro dopo aver perso il loro investimento. L’archiviazione è ancora in stallo. Il gip padovano Mariella Fino ha voluto valutare in modo approfondita la richiesta, fissando un’udienza (in camera di consiglio) cioè fra le parti: invitati la pubblica accusa, i difensori dei due imputati e i legali delle (presunte) parti offese Toni, Zaccardo e Bianchi. Sorpresa: ieri, nel giorno dell’appuntamento, non si è presentato nessuna “vittima”. Solo i difensori degli indagati, pronti a caldeggiare la definitiva chiusura del procedimento penale. Ora l’ultima parola spetta al giudice che si pronuncerà a breve.
Proprestige era nata il 22 ottobre 2010 per realizzare investimenti immobiliari di prestigio. Breve la sua vita: è stata dichiarata fallita dal tribunale il 10 ottobre 2013. Un private banker – si legge nella denunce – aveva proposto l’investimento in Proprestige: da Hypo Alpe Adria Bank, la società padovana avrebbe dovuto acquisire un castello-albergo di lusso in Austria, lo Schloss Hotel a Velden in Carinzia. Furono raccolti 4.400.000 euro tra i soci. Tra loro diversi calciatori che avevano creduto nelle operazioni della srl, come il serbo centrocampista Bosko Jankovic; il portiere francese Sebastian Frey, già Inter e Juve poi Verona come il collega austriaco Alex Manninger, ora al Liverpool, senza dimenticare il croato Igor Budan, oggi dirigente dello Spezia. Eppure la compravendita naufragò nell’agosto 2011. Il motivo? «Vizi e carenze documentali tali da rendere non sicuro l’investimento». Nonostante un paio di assemblee, i soci-calciatori non erano riusciti a recuperare quanto messo a disposizione. Almeno all’epoca: è chiaro che il contenzioso potrebbe essere stato definito in qualche modo se nessuno, in aula, ha reclamato nulla. E nessuno parla.
Tramite un’altra società (Più srl), Barchiesi era il proprietario anche dello storico edificio in via Santa Lucia, Casa dei Barbacani, oggi all’asta. L’ultima è andata deserta qualche giorno fa nonostante il prezzo di 637.500 euro a fronte di una valore di stima di un milione e 127 mila euro.
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