Protesta in consiglio comunale contro il nuovo stadio Plebiscito

PADOVA. A volte non servono urla e parole grosse per capire che aria tira. Bastano due gesti, uno di seguito all’altro. Il primo è quello di una decina di cittadini che sventolano, silenziosamente e pacificamente, manifesti contro la scelta dell’amministrazione Bitonci di realizzare uno stadio per il calcio Padova al Plebiscito. Il secondo è quello dei vigili, costretti a chiedere di abbassarli su ordine del presidente dell’aula. Succede in consiglio comunale, dove si prendono le decisioni per conto dei cittadini, ma dove anche ieri alcuni di loro sono stati silenziati per aver esposto cartelli che contestavano il progetto per via Geremia.
Subito dopo il minuto di silenzio in memoria di Ciampi e la premiazione di due vigili e un cittadino (Francesco Franceschetto, Carmelo Raho e Davide Ferraresso, che si erano gettati in acqua per salvare una donna che aveva tentato il suicidio), i comitati del “no al Plebiscito” hanno esibito cartelli contro l’amministrazione: “1100 voci inascoltate”; “uno stadio gia c’è” e “l'Euganeo che fine fa?”, si leggeva.
Non è la prima volta che accade. Altre volte le manifestazioni sono state molto più movimentate, altre volte i cittadini sono stati tenuti fuori da Palazzo Moroni per evitare lo scontro. Il tema però è sempre quello: lo stadio del Padova al Plebiscito e non più all’Euganeo.
Oggi tutto questo è avvenuto in silenzio, tant’è che inizialmente alcuni consiglieri neanche se ne sono accorti. L’ha notato però il presidente del consiglio comunale Federica Pietrogrande, che ha chiesto l’intervento dei vigili. Casualmente ieri c’era anche il comandante Antonio Paolocci, che avvicinandosi ai “ribelli” ha detto loro: «Li avete esposti, e vi hanno visto, ma ora tirateli via». Assieme a lui due agenti, visibilmente imbarazzati per l’ordine ricevuto, che hanno tentato di spiegare le loro motivazioni allargando le braccia in segno di impotenza.
Tutto questo mentre in aula si discuteva di opere pubbliche, e il sindaco Bitonci elencava le variazioni al documento unico di programmazione e al bilancio di previsione 2016-2018. Bitonci ha evitato di guardare chi lo contestava ma non ha resistito quando da quella parte dell’aula sono arrivati gli applausi per gli interventi dei consiglieri dell'opposizione: «Ma cosa applaudite? Cosa applaudite? Vi riconosco, siete iscritti al Pd e amici di Micalizzi (ex assessore e ora consigliere comunale del Pd, ndr)».
«Io non posso ascoltare quattro gatti che mi dicono quali opere pubbliche fare sbattendo le pentole» ha aggiunto dopo, riferendosi alla manifestazione della scorsa settimana. Dalla scelta del Plebiscito si è tirato fuori definitivamente anche il consigliere di maggioranza Antonio Foresta: «Il mio nome su questo progetto non ci sarà mai». (l.p.)
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