Punzi: «Reumatologia ha subìto un grave torto Punita la meritocrazia»

 
Cardiochirurgia non è stata la prima scuola ad essere stata espugnata dall'«armata veronese». Vittima numero uno della «corazzata» guidata dal ministro Mariastella Gelmini è stata infatti Reumatologia. La breccia nella facoltà medica si è aperta nel 2010, quando la commissione ministeriale (di cui faceva parte anche il rettore di Verona, Alessandro Mazzucco) ha stabilito che la scuola diretta dal professor Leonardo Punzi fosse accorpata all'ateneo scaligero.
 Battaglia persa? Nemmeno per sogno: Punzi ha trascinato il ministero dell'Università davanti al Tar del Lazio, che gli ha dato ragione. Il braccio di ferro legale si chiuderà il 26 maggio. Il Ministero infatti si è rivolto al consiglio di Stato, che ha ribaltato l'ordinanza del Tar: i giudici di secondo grado della giustizia amministrativa hanno stabilito che spetta solo alla commissione stabilire a quali scuole tocca chiudere i battenti. Il professor Punzi non si è arreso ed chiede al tribunale di dare un giudizio di merito, di spiegare il motivo per cui la scuola più blasonata d'Italia di Reumatologia sia stata fagocitata da quella veronese.  Il professore spiega che non si tratta di una battaglia di campanile: «Avevo lanciato l'allarme alle istituzioni universitarie non appena ci hanno scippato la scuola - spiega Punzi - si è trattato di un atto di prepotenza, un attacco a un vero centro di eccellenza nazionale». Il reumatologo parla con i numeri alla mano: «I parametri che il Miur avrebbe dovuto utilizzare per attivare o meno una scuola di specialità sulla carta erano chiari. Docenti con adeguata produzione scientifica, adeguate dimensioni della facoltà di Medicina, pregressa attività della scuola. Premetto che io - continua il docente - non ho nulla contro i colleghi veronesi, mi chiedo solo se la commissione questi criteri li abbia utilizzati o siano prevalse altre logiche. La meritocrazia, cavallo di battaglia del ministero, di certo non è stata considerata: la mia scuola, a parità di numero di docenti, ha una produzione scientifica quantificata in 702 punti di Impact factor, quella di Verona 337. Padova è sede di centri specializzati, sul fronte assistenziale presenta una casistica di pazienti ritenuta rilevante a livello internazionale».  Non c'è partita nemmeno sul fronte studenti: la facoltà padovana aveva iscritto 320 studenti, contro i 168 di Verona. «Tre a zero» sull'attività pregressa: la scuola di Reumatologia del professor Punzi è nata nel 1978, quella scaligera nel 2004. A far ribollire il sangue della Reumatologia padovana, l'aver scoperto che tra i membri della commissione che ha deciso di accorparla a Verona c'era un nome molto noto, quello di Mazzucco. «Forse il mio allarme è stato sottovalutato - conclude Punzi - ora che le scuole soppresse sono tre si farà una battaglia comune, ma se avessi avuto al fianco l'Università e la Facoltà nel mio ricorso forse, oltre a Reumatologia, anche Cardiochirurgia sarebbe rimasta a Padova». Ma la partita non è finita, parola di Punzi.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova