Quella tempesta di fulmini “mappati” alla Mandria

MANDRIA. Un temporale davvero coi fiocchi quello che è scoppiato su Padova venerdì sera intorno alle 20. Segno particolare? I fulmini: come bombe nella notte, nitidi ed elettrizzanti, hanno solcato i cieli della nostra città spaventando persone e, soprattutto, animali. Filippo Fontanive, trentunenne padovano di professione designer, non solo non si è fatto intimorire ma, ai primi boati, si è appostato in posizione strategica nella sua casa della Mandria e ha effettuato degli scatti eccezionali. «Sono un amante della fotografia e i fenomeni metereologici come i fulmini mi affascinano da sempre» racconta. «L'energia che emanano è fortissima e così vicini non li avevo mai visti». Filippo, armato della sua videocamera GoPro che permette di fare scatti multipli, ha immortalato l'inedito spettacolo e ha pensato di renderlo pubblico inviando le foto alla nostra redazione.
Non solo: in allegato anche una mappa tratta da Google Maps con tutte le zone di Padova colpite dalla pioggia di saette. Filippo non è stato l'unico a fotografare il nero della notte illuminato a giorno dagli stupefacenti fenomeni elettrici: nel social d'immagini Instagram molti padovani hanno postato foto a tema scattate in diverse aree della nostra città, testimonianze di quanto il temporale abbia colpito la cittadinanza. «Si è trattato di un classico temporale estivo, ma con una elevata attività elettrica», spiega Antonio Sanò del sito web nato a Padova Il Meteo.it, cliccato quotidianamente da più di dieci milioni di italiani.
«Il fenomeno inconsueto è legato alla fulminazione: nel 90-95% dei casi si ferma fra nuvola e nuvola, con visibilità minore e rumori attutiti dalla distanza. Venerdì invece le folgori, per tutta una serie di condizioni e coincidenze fisiche, si sono scaricate a terra: da lì i fortissimi boati e la possibilità di vedere il fenomeno da vicino». Se di solito i fulmini scaricano quindi a dieci chilometri da terra, stavolta le nuvole gravide di elettricità (in gergo tecnico cumulinembi), cariche come dinamo anche in seguito a movimenti convettivi, hanno scaricato al suolo le saette. «In genere la fulminazione avviene con una velocità di 340 metri al secondo, e il suono che l'accompagna ha un ritardo di tre secondi a chilometro. Nel caso dell'ultimo temporale il boato è stato così forte proprio per la vicinanza a terra dei fulmini".
E così quest'estate si avvia a finire così com'era iniziata: dopo questa fine di settimana con tempo bello e soleggiato, da martedì si riparte con un cielo che non promette niente di buono. «Lo confermo: continua il trend di instabilità che ha caratterizzato i mesi passati», conclude Sanò.
Annalisa Celeghin
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