Ragazzi “difficili” volontari nel rifugio della pet therapy
Nel parco zoofilo S. Francesco a Presina fanno attività anche giovani che scontano pene alternative al carcere: il contatto con gli animali diventa scuola di vita

PIAZZOLA SUL BRENTA. Da quasi quattordici anni è il rifugio dei cani randagi e abbandonati, un punto di riferimento regionale. In realtà, il parco zoofilo “San Francesco”, sorto in via Borghetto I, in località Presina, offre riparo, soccorso e certezze anche agli uomini. E questo il lato meno conosciuto della struttura, fortemente voluta agli inizi degli anni Novanta dalla Lega nazionale per la difesa coordinata da Giovanni Tonelotto. In convezione con il Ministero della giustizia, a quest’isola immersa nel verde vine assegnata qualche giovane dell’Alta Padovana in affidamento ai servizi sociali o per scontare pene alternative al carcere.
Si tratta di uno spazio ideale anche per i
neet
, quei ragazzi che non studiano e non lavorano o non cercano né l’uno né l’altro. Spesso sono studenti delle superiori, per diverse ragioni in difficoltà, che i dirigenti scolastici inviano al “San Francesco” ad esercitare attività di volontariato, a contatto con gli animali d’affezione, mirate al recupero psicologico e sociale. Operando nel canile, altre persone hanno trovato un percorso d’uscita dalle dipendenze e dalla ludopatia. Senza contare i progetti d’inserimento sociale andati a buon fine. Ma i protagonisti restano sempre i cani e il vero fiore all’occhiello del parco zoofilo sono, appunto, le adozioni che svolgono anche una funzione di pet therapy. Il feeling che si crea tra l’animale e la persona che l’addotta è presto raccontato nei numeri: nei quattordici anni di attività del canile sono stati accolti quasi 5000 animali abbandonati e 4007 di questi (pari al 87,7%) hanno trovato un nuovo padrone o una nuova famiglia. La struttura di Presina, poi, è meta continua di gruppi scout, cooperative sociali impegnate nel sostegno all’handicap e giovani delle parrocchie dei 28 comuni dell’ex Usl 15 da cui ha preso la sua linfa vitale. Ciò è frutto di un’instancabile attività di informazione svolta nelle scuole: nell’anno scolastico 2016-2017 sono state 27 le classi incontrate per un totale di 650 alunni coinvolti di istituti superiori, scuole medie e primarie. Da qui discende l’ultima proposta di Tonelotto che prevede la realizzazione di un percorso artistico-ambientale che, «coniugando la passione per l’arte e l’amore per l’ambiente, si articoli in visite guidate alla vicina villa Contarini di Piazzola e alla casa che diede i natali ad Andrea Mantegna».
«Il randagismo si può sconfiggere», è la teoria di Tonelotto, «solo grazie all’azione comune tra istituzioni e mondo del volontariato perciò è necessario operare in simbiosi tra Usl e amministrazioni locali».
Ma c’è una nuova frontiera per il “San Francesco” di Presina. Negli ultimi mesi infatti è stato registrato un aumento degli ospiti per cause cosiddette “sociali”. «Il fenomeno degli sfratti», spiega ancora Tonelotto, «sta provocando l’aumento di abbandoni di animali, per non parlare dei casi di separazione piuttosto che della morte dei proprietari». Gli stati d’indigenza, inoltre, si moltiplicano.
«Molte persone si rivolgono a noi perché non ce la fanno più ad acquistare il cibo per i cani o comunque a garantire loro un livello minimo di sopravvivenza. Ma anche un malinteso amore per i cani, alimenta il fenomeno degli abbandoni». È questa la sfida del futuro.
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