Ragazzi problematici, 6 letti per le urgenze

L’unità di Neuropsichiatria infantile è unica in Veneto: da marzo dell’anno scorso sessanta ricoveri

I disturbi neuropsichiatrici dell’infanzia e dell’adolescenza sono in netta crescita, ma nel Padovano mancano le strutture per sostenere le famiglie in difficoltà. Tristezza, collera, preoccupazione, eccitazione e solitudine sono gli stati d’animo che portano i bambini a fare del male a se stessi o agli altri. C’è chi tenta il suicidio già all’età di otto anni, ingerendo detersivo o decine di pastiglie trovate negli armadi di casa. Per dare una risposta a questo problema emergente, l’Azienda ospedaliera ha istituito l’unità operativa complessa di Neuropsichiatria infantile: nel marzo 2017, al secondo piano di Pediatria, sono stati attivati sei posti letto per le emergenze. Si tratta della prima realtà in Veneto dedicata ai minori. In dieci mesi il tasso di occupazione ha superato il 95%.

Il team, diretto dal professor Pier Antonio Battistella, ha seguito circa 60 ricoveri inviati dal Pronto soccorso pediatrico. La degenza media va da due a tre settimane. «Sono situazioni gravi, i ragazzi sono problematici e spesso i genitori fanno fatica a supportarli», spiega il professor Battistella, «una volta stabilizzato il paziente in ospedale, il rischio è di lasciarlo in un ambiente non idoneo a mantenere l’equilibrio raggiunto. I servizi sociali sul territorio sono sguarniti, le strutture semi-residenziali soffrono una pesante carenza di organico e risorse. Così si fa fatica a mantenere una continuità delle cure».

Gran parte dei ricoveri è rappresentato da ragazze adolescenti con disturbi dell’umore e agiti autolesivi importanti. Ma arrivano al centro di Neuropsichiatria infantile anche bambini e ragazzi con disturbi del comportamento e aggressività marcata, disturbi ossessivo compulsivi che pregiudicano la frequenza scolastica, disturbi dell’alimentazione come anoressia nervosa o disturbi dello spettro autistico. Il 15% degli adolescenti mette in atto condotte autolesive in maniera sistemica e ripetitiva.

I ragazzi usano lamette, oggetti appuntiti o taglienti per graffiarsi, tagliarsi e ferirsi, oppure si bruciano con accendini o sbattono i pugni o altre parti del corpo su pareti, muri o vetri. Il cutting, ossia il tagliarsi, è la forma più frequente, soprattutto tra le ragazze. «Oltre il 50% dei disturbi psichiatrici dell’adulto esordisce nell’età evolutiva» aggiunge Battistella, «la diagnosi precoce quindi è fondamentale per adottare sin da subito una corretta presa in carico del paziente. Spesso manca la sensibilità, non viene approfondito un disagio e il bambino arriva in ospedale solo in stato acuto. Almeno il 20% dei ricoveri generici in Pediatria, è dovuto a problemi neuropsichiatrici».

Il progetto della nuova Pediatria prevede uno spazio protetto. «Un piano della torre sarà interamente dedicato a Neuropsichiatria infantile», annuncia il professor Battistella, «sarà dotato di tutti i presìdi e dei sistemi di sicurezza che ora non abbiamo a causa di spazi inadatti. Le stanze saranno singole, il reparto sarà chiuso e i bambini non potranno né scappare né farsi del male in bagno». (e.f.)

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