Rebus delle autorizzazioni in crisi quattro allevamenti

PIOMBINO DESE. Si inasprisce la “guerra dei fagiani” nel Camposampierese e la Provincia avvia la procedura di revoca a un gruppo di allevatori dell’Ambito Territoriale di Caccia PD3 perché non hanno prodotto il nulla osta sanitario dei sindaci di Piombino Dese e Trebaseleghe. Nulla osta che è stato richiesto dalla Provincia dopo oltre un anno dall’autorizzazione ad allevare i fagiani; nulla osta che gli stessi sindaci si sono detti incompetenti a rilasciare e che comunque era già stato rilasciato a suo tempo dall’Usl 15.
Il caso scoppia una settimana fa, quando il presidente pro tempore dell’Ambito Territoriale di Caccia, Daniele Lazzari, riceve dal dirigente del Settore Caccia e Pesca della Provincia la notifica dell’avvio del procedimento di revoca dell’autorizzazione rilasciata il 7 agosto 2013 per l’allevamento a scopo di ripopolamento di fagiani. Il motivo dichiarato: «Non è stato prodotto il nulla osta igienico sanitario dei sindaci territorialmente competenti, presupposto necessario per l’attivazione dell’allevamento e richiesto da questo ufficio». Ma gli allevatori non potevano produrlo perché erano stati gli stessi sindaci, a inizio mese, a dichiararsi incompetenti al rilascio riconoscendone la competenza esclusiva al Settore veterinario dell’Usl 15, tenuto conto che l’Usl, a sua volta, a ottobre del 2014 aveva comunicato alla Provincia la validità dei nulla osta da lei rilasciata nel 2013 e confermato di essere territorialmente competente. Per tutta risposta la Provincia ha ribattuto che «la nota dell’Usl 15 non sottrae l’Ambito dall’obbligo di produrre il nulla osta dei sindaci competenti per territorio».
L’annunciata revoca è oggetto di un’interrogazione al neo presidente della Provincia da parte del consigliere provinciale Domenico Zanon. Vi si paventa anche un ricorso all’autorità giudiziaria con tanto di richiesta danni se verrà data attuazione alla revoca. Che farà a questo punto la Provincia? In ballo c’è la sopravvivenza di quattro allevamenti interni all’Ambito con 500 capi, di cui tre fra Piombino Dese e Trabaseleghe e uno nella confinante Resana (Treviso). Il nuovo assessore provinciale alla Caccia e Pesca Davide Gianella non anticipa nulla: «Risponderò solo all’interrogazione e nei 30 giorni previsti dalla legge, mi atterrò a quanto previsto dall’ordinamento». Da parte loro i sindaci caldeggiano la continuazione dell’Ambito: «Non ravvisiamo irregolarità, abbiamo delegato una serie di attività all’Usl, inutile che vengono chiederle a noi», dichiara Lorenzo Zanon, primo cittadino di Trebaseleghe. «Riconosciamo invece un grande ruolo di sentinelle del territorio alle associazioni venatorie che operano all’interno dello stesso ambito».
Giusy Andreoli
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova