Resta un mistero la fine dell’ex vigilante

Il 34enne di Conselve era scomparso a Natale, non è chiaro cosa cercasse nel capannone dov’è precipitato e morto congelato
Di Nicola Stievano

CONSELVE. Sono ancora molti gli interrogativi senza risposta sulla morte di Andrea Basso, il trentaquattrenne trovato l’altro ieri in uno stabilimento di Grisignano di Zocco, dopo essere caduto da una tettoia del magazzino. Perché il giovane aveva cercato di introdursi, probabilmente già il giorno di Natale, proprio in quella azienda? Quali erano le sue intenzioni? Cercava davvero un posto per ripararsi dal freddo della notte, come ipotizzano gli inquirenti, oppure aveva in mente altro? E ancora, come è arrivato fino a Grisignano? Ha usato un mezzo proprio? Perché aveva scelto di allontanarsi da casa senza dire nulla agli zii che abitano a due passi dalla sua abitazione di Conselve? Gli inquirenti si stanno muovendo in tutte le direzioni per cercare di trovare delle risposte plausibili ad un vero e proprio “giallo” sulla morte di questa ex guardia giurata, una persona schiva e riservata, che pochi conoscevano veramente a fondo. Uno dei passi fondamentali dell’indagine sarà l’autopsia disposta sul corpo della vittima per una conferma sulle cause della morte. Da un primo esame è emerso che il giovane è caduto, probabilmente già la notte di Natale, quando era scattato l’allarme all’interno della DZ Stampi di Grisignano, dalla tettoia del magazzino. È stato trovato con diverse fratture e traumi che fanno pensare a una caduta accidentale e pare che la morte sia dovuta all’assideramento.

Chi era. Da quasi tre anni Andrea Basso si era trasferito a Conselve, nell’appartamento in piazzetta San Francesco, da Sesto al Reghena. E sempre in provincia di Pordenone vivono i genitori. Dal gennaio 2013 aveva trasferito la residenza nel suo nuovo appartamento, a due passi dall’abitazione degli zii, unici parenti che aveva in zona, suo punto di riferimento quasi quotidiano. Sono stati loro a denunciarne la scomparsa ai carabinieri, il giorno di Natale. Lunedì sera invece hanno ricevuto la terribile notizia del ritrovamento del corpo di Andrea. Sconvolti e distrutti dal dolore non escono da casa. «Non abbiamo nulla da dire, ci dispiace» sono le uniche parole della zia Nerina «Andrea era mio nipote, gli volevo bene, non ho altro da aggiungere». Basso in passato aveva lavorato come guardia giurata in provincia di Pordenone, attività che aveva continuato a svolgere saltuariamente anche nel Padovano. Attualmente però, dopo aver lavorato in un magazzino di Padova, sembrava fosse disoccupato.

Gli ultimi giorni. Gli ultimi a vederlo in vita sono stati gli zii, la scorsa settimana. Come sempre Andrea li frequentava finché, la vigilia di Natale, pare avesse raccontato di non sentirsi troppo bene. Lo zio a quel punto gli avrebbe consigliato di raggiungere il pronto soccorso dell’ospedale di Schiavonia, ma il nipote si sarebbe opposto, dicendo che avrebbe preferito andare a Padova. Sempre lo zio si sarebbe offerto di accompagnarlo in ospedale ma, una volta arrivati in città, avrebbe lasciato il giovane fuori dal nosocomio. Da allora non ha più avuto sue notizie e a Natale ha sporto denuncia ai carabinieri di Conselve. Poi il silenzio, fino alla triste scoperta di lunedì.

Una persona schiva. «Ogni tanto lo incrociavamo davanti alla porta del condominio» raccontano alcuni residenti in piazzetta San Francesco «era sempre di corsa e di poche parole, appena un saluto abbozzato». Così viene descritto Andrea Basso, a quanto pare nessuno lo conosceva più di tanto e chi se lo ricorda lo ha presente soprattutto perché amava correre. Ci teneva alla forma fisica e fino allo scorso anno aveva anche frequentato una palestra a poche centinaia di metri, in via Vittorio Emanuele. Un tempo sognava la Legione Straniera. Un sogno rimasto nel cassetto.

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