Riciclate, riparate o rubate: Padova mercato della bici

Dal business dei Giardini dell’Arena ai negozi che assemblano catorci. Ce n’è per tutte le tasche: dai 20 a 100 euro, a seconda della provenienza
FERRO - AQUISTO BICI RUBATA FERRO - AQUISTO BICI RUBATA
FERRO - AQUISTO BICI RUBATA FERRO - AQUISTO BICI RUBATA

PADOVA. Ma quanto costa rimanere onesti se si vuole comprare una bicicletta di seconda mano? Molto, forse troppo per le tasche consumate dalla crisi, almeno il doppio rispetto al mercato nero. In una città in cui viaggiano almeno 18 mila bici al giorno (ma ce ne sono 180 mila) e in cui se ne rubano minimo mille all’anno, i dati sono solo una traccia al ribasso: difficile sapere infatti quante biciclette muova il mondo universitario; arduo sperare che le denunce di quelle saccheggiate siano la fedele fotografia del mercato nero, che pure spadroneggia.

La grande distribuzione delle due ruote rubate e rivendute è ai Giardini dell’Arena. Non mancano occasioni in stazione. Si trovano estemporanei sparvieri anche in centro, in zona Portello, addirittura all’ombra del Santo. In generale, ovunque ci siano studenti. È un business che non sente crisi e che si adegua alle tasche di tutti con una tendenza al medio basso. Tant’è. Una bici venduta illegalmente costa dai 23 ai 50 euro. Ma i 30 euro vanno per la maggiore. Il mercato offre quello che c’è al momento, ma con una certa rosa di scelta: uomo con canna lunga; donna con cestello, sportiva, sono le categorie che si trovano sempre. Basta entrare ai Giardini, avvicinarsi alla cappella degli Scrovegni e guardarsi intorno. Il resto lo fanno i “rappresentanti” del nero (giovanotti visibilmente inoperosi che oziano vicino alle panchine) con una pioggia di offerte.

L’altro fronte è composto dalla truppe schierate delle piccole botteghe che accomodano ferrivecchi. L’asse Forcellini-Terranegra è quello più fornito di meccanici delle bici. Su via Boccaccio ce ne sono due: un vecchietto che ripara bici per diletto e fa prezzi più che onesti, regalati. Ma senza scontrino visto che lo fa nel cortile della sua abitazione. Il dilemma spacca: bici rubata o catorcio senza scontrino? Indubbiamente un’attenuante il fatto che l’anziano serva solo conoscenti e amici. E non ci sono interrogativi sulle bici, visibilmente di seconda mano visto che per lo più sono assemblaggi o catorci da discarica. Qui una bici usata costa tra i 35 e i 45 euro. Poco più avanti c’è un altro meccanico: il cartello dà su via Boccaccio, il negozietto nella laterale interna. Una bici la vende tra i 60 e i 70 euro. Dietro c’è la fatica (e le tasse del negozio), ma ha già doppiato quella in nero.

Infine, angolo via Sografi il “barbuto”. Poche chiacchiere, molta chiarezza: bici usate di due categorie, quelle grezze, da 50 euro; quelle rifinite salgono fino a 90 euro, ma sono garantite su strada e se nell’arco di 2-3 mesi si rompe qualcosa, la riparazione è gratis. Ci tiene ad assicurare che sono bici d’asta o assemblaggi da spazzatura. Avvicinarsi al centro fa lievitare i prezzi in maniera vertiginosa. In via Belzoni comprare l’usato ti porta via sui 90-100 euro, non meno. Idem in via Facciolati e Ponte Corvo. Malgrado le biciclette siano nelle stesse condizioni dei colleghi di periferia, i prezzi ingrassano. Infine Antonino Pulleo, 29 anni, messinese trapiantato in Veneto: il suo negozio in via Trieste è una mosca bianca che del prezzo economico ha fatto virtù e sfida il mercato nero: una bici la paghi 40-50 euro ma, soprattutto, in due minuti assisti a 20 «no, grazie» che allontanano senza ripensamenti i "rivali" ladri.

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