Ricoveri in Rianimazione triplicati A Cittadella 100 nuovi posti Covid

L’Usl Euganea arriverà così a 500 letti dedicati all’emergenza. Assistenza ordinaria concentrata nelle altre strutture

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La provincia di Padova entra nella fase 5 del piano Covid: l’Usl 6 Euganea si appresta a dedicare ulteriori cento posti letto all’emergenza sanitaria, che andranno ad aggiungersi ai 400 attuali. I ricoveri sono aumentati già di oltre il 40% rispetto a primavera, quelli in Terapia intensiva sono triplicati e la corsa dei contagi non fa presagire alcuna inversione di tendenza. Entro il 29 dicembre la direzione sanitaria dovrà inviare in Regione il piano di adeguamento degli ospedali: se da una parte si attivano nuovi posti dedicati al Covid, infatti, dall’altra ne consegue una uguale sottrazione all’assistenza ordinaria. Quest’ultima, dati alla mano, nella seconda ondata della pandemia è stata molto meno penalizzata rispetto alla scorsa primavera. Un trend che purtroppo l’ingresso in fase 5 rischia di invertire.



Il passaggio alla fase 5 nell’organizzazione della rete assistenziale Covid nell’Usl 6 Euganea è illustrata dalla direttrice sanitaria Patrizia Benini: «Oggi abbiamo 277 posti letto Covid in area non critica, 50 in Terapia intensiva e 80 in ospedale di comunità. Come primo step della fase 5 è previsto l’incremento di ulteriori 100 posti letto, alla luce di un eventuale picco di ricoveri» rileva Benini. Ad oggi l’organizzazione complessiva ha retto l’urto, ma lo scenario che si prospetta si fa ora più critico: «Dobbiamo riconvertire delle attività, perché non basta reperire le strutture, ma anche il personale da dedicare al Covid. Schiavonia è al massimo del suo potenziale, non per i posti letto» appunta la direttrice, «bensì per gli operatori disponibili. E per motivi organizzativi e per le prerogative del personale stesso, non è opportuno comandare altri operatori a Schiavonia da altri ospedali. Questo avrebbe un impatto difficile da gestire anche sulle altre strutture. La scelta quindi è quella di concentrare la riconversione per questi cento posti letto in un altro ospedale». La scelta sarebbe ricaduta su Cittadella (che è già il secondo ospedale con più pazienti Covid dopo quello di Schiavonia) che, posta la relativa vicinanza con il presidio di Camposampiero, avrebbe in quest’ultimo una valvola di sfogo per le attività sospese. «Per quanto attiene le urgenze» sottolinea ancora Benini, «sempre più progressivamente dovranno essere concentrate in un’unica struttura della nostra rete ospedaliera o nell’hub di riferimento, ma speriamo che la situazione non si aggravi al punto da arrivare a questo».



In questa seconda ondata i numeri della pandemia hanno decisamente messo il turno: «Tra marzo e maggio abbiamo trattato 533 pazienti Covid» fa notare il direttore generale Domenico Scibetta, «da ottobre al 22 dicembre ne abbiamo trattati 761, vale a dire il 42,8% in più. Ma non è solo l’impegno per il Covid a crescere: se nella prima fase abbiamo registrato 7.447 ricoveri complessivi, in questa seconda siamo a 7.885, un incremento del 5,9%». Un dato che fa accendere la spia rossa è quello sulle terapie intensive: «In primavera abbiamo ricoverato in Rianimazione 67 pazienti» ricorda Scibetta, «da ottobre a oggi sono invece 197, di cui 34 nell’ultima settimana». Sull’andamento dell’attività degli ambulatori torna Benini: «Nella prima fase con il lockdown degli ospedali abbiamo erogato 36.305 prestazioni ambulatoriali, in questa seconda fase sono state 60.631, il 67% in più. In particolare Schiavonia è passata dalle 4.500 della primavera alle 15 mila di questi tre mesi, l’ospedale di Cittadella da 9 mila a poco più di 15 mila». —

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