Ritrovata nel museo la scultura rubata

Era in un armadietto della Galleria romana, forse il ladro si è pentito
Il 'Bambino malato' di Medardo Rosso in un'immagine d'archivio. L'opera, esposta alla Galleria nazionale d'arte moderna a Roma, e' stata ritrovata, dopo essere stata trafugata, in un armadietto aperto al pubblico dello stesso Museo, l'8 dicembre 2014. ANSA/ MAURIZIO BRAMBATTI
Il 'Bambino malato' di Medardo Rosso in un'immagine d'archivio. L'opera, esposta alla Galleria nazionale d'arte moderna a Roma, e' stata ritrovata, dopo essere stata trafugata, in un armadietto aperto al pubblico dello stesso Museo, l'8 dicembre 2014. ANSA/ MAURIZIO BRAMBATTI

ROMA. A tre giorni dal furto degno di Arsenio Lupin, torna al suo posto il “Bambino Malato”dello scultore torinese Medardo Rosso, trafugato venerdì dalla Galleria nazionale d’Arte Moderna di Roma. La piccola testa in bronzo è stata ritrovata in un uno degli armadietti riservati ai visitatori all’ingresso del Museo. Quando l’addetto alla vigilanza l’ha vista non riusciva a credere ai suoi occhi e ha immediatamente contattato il 112. Il ladro, forse pentito o sentendosi alle strette, potrebbe essere ritornato personalmente nel museo e aver riposto la piccola scultura nell’armadio riuscendo a non dare nell’occhio.

Indagano i carabinieri: al vaglio ci sono le registrazioni delle telecamere di videosorveglianza della Galleria che potrebbero aver ripreso gli istanti in cui l’opera è stata riportata nel museo. Solo così si potrà accertare se la persona che l’ha riconsegnata è l'uomo di mezza età immortalato venerdì pomeriggio dalle telecamere mentre in una sala della Galleria prendeva il “Bambino Malato” e lo metteva in una borsa.

Sono in corso anche accertamenti sulla scultura, che non ha riportato danni, per poter rilevare “tracce” del ladro come un’impronta digitale o un capello.

La scultura vale 500 mila euro e non era protetta da allarme; gli investigatori sono sicuri che bronzo venerdì scorso sia uscita dal museo e che sia stata riportata solo in un secondo momento. Quegli armadietti, infatti, sarebbero stati visionati anche dopo il furto e dell’opera non c’era traccia.

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