Roncajette, il Comitato denuncia lo stato d'incuria degli argini e la fiducia negata agli alluvionati

Sala stracolma con interventi anche da Casalserugo e Bovolenta Preoccupazione sui veleni che possono essere usciti dalla discarica
ALLUVIONE La discarica di Ponte San Nicolò allagata dalle acque del Roncajette
ALLUVIONE La discarica di Ponte San Nicolò allagata dalle acque del Roncajette
 
PONTE SAN NICOLO'.
Era stracolma la sala del patronato di San Fidenzio che mercoledì sera ha ospitato la prima riunione del ricostituito Comitato «per Roncajette». Tre i temi su cui il Comitato, riconosciuto dal Comune, ha intenzione di intervenire: alluvione, argini e discarica. Nel corso della serata hanno preso la parola alcuni esponenti dei Comitati di Casalserugo e Bovolenta, come l'ex-sindaco di Casalserugo Giuseppina Carpanese che ha segnalato lo stato d'incuria degli argini.
 «Dal '45 il Bacchiglione non viene più dragato - ha detto Carpanese - il letto si è sollevato, già l'estate scorsa erano state denunciate alcune frane, ma non ci hanno risposto». Anastasia Nariuzzi ha raccontato l'incontro con l'ingegner Silvestrin del Genio Civile: «Ci sono solo un milione e mezzo di euro per gli interventi nel nostro tratto di fiume, il rischio è che i pochi lavori effettuati vengano spazzati via dalla prossima piena».  Alberto Danieli di Casalserugo ha toccato il tema dei contributi per gli alluvionati, spiegando che la logica degli aiuti prevede «la fiducia verso i cittadini», mentre a Casalserugo «si è voluto terrorizzare gli alluvionati, minacciando di riprendere i soldi. Anche a Ponte San Nicolò io so che non tutti, specie gli agricoltori, hanno ricevuto l'anticipo, eppure le dichiarazioni sono di un'onestà assoluta, i danni sono più di quelli denunciati».  E sulla minaccia di controlli da parte della Guardia di finanza il clima si è scaldato: «Inconcepibile, dopo quello che abbiamo subìto non possono farci passare da ladri». Luca Boccon sospetta poi che la riapertura dei termini per la presentazione delle domande serva per «far rientrare nei contributi quei Comuni che l'acqua non l'hanno neanche vista, come Cittadella, che denuncerà milioni perché ha avuto la falda rialzata».  La serata si è conclusa poi sulla discarica e sul progetto di riapertura. Indignazione per le richieste dei danni, congelate dal Comune, da parte delle quattro aziende che vi operano, secondo il Comitato «quattro dichiarazioni fotocopia». «Hanno chiesto per una baracca - ha aggiunto Boccon - composta da quattro pareti di alluminio ben 40 mila euro».  Federico Lazzarin, presidente del Comitato, ha spiegato poi come l'ingegner Righetti di Aps non sia preoccupato del fatto che la discarica sorga in una zona recentemente alluvionata: «Ci ha risposto che modificheranno il progetto e ci costruiranno un argine intorno». E Anastasia Nariuzzi ha aggiunto: «Hanno creato una società ad hoc per la discarica con un capitale sociale a rischio di soli 100 mila euro, è un insulto».  Preoccupazione sui veleni che possono essere usciti dal sito di Aps: nessuno all'interno del Comitato ha mostrato molta fiducia nelle analisi effettuate finora. Prossimo appuntamento il 23 febbraio, a Ponte San Nicolò, per un Consiglio comunale aperto su questi temi.

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