Rosa Brunello La grazia di una donna e la forza del jazz

MOGLIANO VENETO. Quando le sue mani lottano con le corde pesanti del contrabbasso sembra andare in trance. Rosa Brunello si lascia trasportare dal flusso del jazz, dai profumi e dalle atmosfere dei luoghi, chiude gli occhi e le sue dita danzano sulla tastiera fretless del fedele compagno. Che si tratti di suonare i grandi standard della storia del jazz in vorticose jam session, o di eseguire le proprie composizioni ispirate ai ritmi del mondo e alla sua storia di vita, la contrabbassista moglianese a soli 26 anni ha già saputo affermarsi come nuovo talento della scena jazz. Vanta diverse formazioni a suo nome e dopo essersi aggiudicata innumerevoli borse di studio nelle più prestigiose scuole di musica jazz, da Perugia alla Berklee di Boston, ha recentemente dato vita al primo disco con il suo “Rosa Brunello 5et”.
Si intitola “Chamarones a la plancha” e sarà presentato dal vivo al Vapore di Marghera sabato prossimo. Al suo fianco avrà nomi importanti e giovani emergenti del jazz nostrano: David Boato alla tromba, Piero Bittolo Bon al sax, Riccardo Chiarion alla chitarra, Luca Colussi alla batteria e Filippo Vignato al trombone. A sostenere il tutto c’è lei, colonna portante della sezione ritmica e non solo, perché tutti i brani del disco, tranne uno, la vedono anche come autrice e arrangiatrice.
Non fosse che di donne al contrabbasso ce ne sono già poche, quella di Rosa Brunello è un attitudine musicale davvero unica, che fonde il jazz con elementi pop, rock e reggae. «Sono cresciuta ascoltando solo Beatles fino ai 13 anni» racconta «ancora oggi oltre al jazz mi piacciono molto il reggae, che è il genere con cui ho iniziato, e la grande canzone d'autore italiana. La mia tesi al conservatorio è stata su Dave Holland, probabilmente il suo modo di scrivere e arrangiare mi ha influenzato molto».
I temi e le armonie di “Camarones a la Plancha” sembrano però soprattutto delle polaroid della sua vita trasformate in musica. Nei brani c’è tutto fuorché l’autoreferenzialità che spesso zavorra simili produzioni, c’è la freschezza di ricordi vividi, di piccole esperienze e sentimenti. «“Us” è il primo brano che ho scritto, ci si presenta uno alla volta, un po’ come nel Bolero di Ravel, ma parla anche di una storia personale. “Viali in fiore” è un luogo personale, che mi crea emozioni».
Non lontano dalla villa museo dell’artista Toni Benetton, a Marocco di Mogliano, Rosa Brunello è cresciuta in un luogo suggestivo: una casa sul fiume, col mulino, a due passi dal laboratorio del padre burattinaio, e autore teatrale, Gigio Brunello. In qualche modo, si sente figlia d’arte: «I suoi spettacoli mi hanno accompagnato fin da bambina. Da quando avevo 13 anni ho girato con lui tra festival ed esibizioni. Ho avuto la fortuna di crescere in ambiente creativo e aperto». Favore ricambiato ospitando una sua vecchia canzone nell'album: «L’ha scritta quando era a militare: “il lagunare” è una canzone antimilitarista, mi ha emozionato molto sentire la voce di mio padre quando aveva la mia età».
I brani originali del disco sono dunque legati a storie famigliari, come “Sister in Lo” ispirata dall'annuncio di nozze della sorella, e a piccoli momenti quotidiani: «Per esempio. “Suv” è nata mentre ero nella mia pandina sul Terraglio e sono stata superata da un Suv, con una manovra pericolosa, gli ho suonato il clacson e poi ho registrato la stessa melodia col cellulare. “Camarones a la Plancha” mi ricorda invece un viaggio in Messico, mangiavamo i gamberoni sulla spiaggia in riva all'oceano ed era bellissimo».
Musica e ritmo sono dappertutto, basta saperli cogliere e ascoltare.
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