Ruspe al campo nomadi sgomberata e arata l’area
SAN MARTINO DI LUPARI. A San Martino di Lupari sono arrivate le ruspe. Il campo nomadi di via Dolomiti ora non c'è più: via tre furgoni e autocarri, via cinque roulotte, via - soprattutto - undici persone. Una vicenda che dura da anni, quella dell'area davanti al Cerd di San Martino di Lupari, e che ora pare avere trovato la parola fine; un campo acquistato come terreno agricolo cinque anni fa da alcune famiglie sinti - cioè italiane, di giostrai - che erano venute a vivere qui con le loro roulotte.
Ad agosto del 2016 il Comune espropriò il terreno, il sindaco Gerry Boratto informò il comitato di pubblica sicurezza della Prefettura per procedere allo sgombero e i tecnici dell’Enel si presentarono per tagliare la corrente; ma la procedura non andò in porto perché uno degli abitanti del campo aveva il braccialetto elettronico impostogli dal Tribunale.
Boratto ha spiegato a più riprese l'andamento della vicenda: «Si tratta di una lottizzazione abusiva. Avevano acquistato un pezzo di terra agricolo senza possibilità di edificarlo, hanno piantato una siepe attorno al campo e sono arrivate altre roulotte. Non potevamo stare a guardare, abbiamo segnalato i titolari dell'area per lottizzazione abusiva e avviato le pratiche amministrative per lo sgombero. Loro hanno voluto impugnare al Tar gli atti del Comune, hanno perso e così la procedura si è chiusa: in base al testo unico sull'edilizia l'amministrazione è diventata proprietaria dell'area».
Le famiglie Cavazza si erano rivolte al Prefetto, Renato Franceschelli, che avevano incontrato insieme al sacerdote trevigiano don Giovanni Kirschner. «Questa famiglia di giostrai», le parole del sacerdote, «aveva regolarmente acquistato il campo, non aveva problemi con il vicinato, sono tutti lavoratori e tutti italiani con residenza in altri comuni del Veneto. Già 13 anni fa erano stati sfrattati da Treviso, e questo dimostra che gli sgomberi non risolvono niente, se non a spostare le persone da un posto all’altro. Certo da un punto di vista legale il sindaco ha ragione, ma quando non ci sono problemi i Comuni dovrebbero mostrare un po' più di tolleranza». Lo sfratto si è consumato nella giornata di ieri, non senza difficoltà, vista anche la delicatezza della faccenda. Per consentire alle forze dell'ordine di poter intervenire in totale sicurezza, anche la viabilità è stata modificata con la chiusura di alcune strade. A scendere in campo almeno una ventina di persone, tra polizia, carabinieri, pompieri e vigili urbani. L'intervento, iniziato in mattinata, si è concluso nel primo pomeriggio con lo sgombero dell'area.
Gli sfrattati avevano acquistato il campo da un privato perché «ci permetteva di restare stabili da ottobre ad aprile, nel periodo in cui non giriamo con le giostre per le fiere e i nostri figli possono frequentare le elementari e le medie», le parole delle donne, «non davamo fastidio a nessuno».
Il legale dei sinti aveva stigmatizzato «la poco ragionevole rigidità dell’amministrazione: stiamo parlando di poche roulotte che non danno fastidio a nessuno, e dove per di più risiedono quattro minori, che già sono stati costretti a vivere per diversi mesi senza acqua né gas».
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