Salvò 2 famiglie di profughi ebrei

Medaglia di “Giusto fra le Nazioni”, alla memoria per Guerrino Brunazzo
Di Gianni Biasetto

DUE CARRARE. Consegnata ieri mattina nel corso di una toccante cerimonia nella Casa dei Carraresi, la medaglia di “Giusto fra le Nazioni” alla memoria di Guerrino Brunazzo, un partigiano di Pontemanco che durante la seconda Guerra mondiale salvò due famiglie di profughi ebrei fuggite dai campi di Costa di Rovigo e Ficarolo. A ritirarla dalle mani del ministro Consigliere dell’ambasciata di Israele a Roma, Rafael Erdreich, è stato il nipote Claudio. All’evento erano presenti numerosi studenti delle medie dell'istituto comprensivo Carraresi Euganeo, il sindaco Davide Moro, la presidente dell'associazione “Il Fiume” Maria Chiara Fabian e la responsabile provinciale dell’Anpi. Alcuni cittadini si sono meravigliati della numerosa presenza di forze dell’ordine (alcuni agenti erano in tenuta antisommossa) e del fatto che prima dell’inizio della cerimonia la sala è stata bonificata con l’ausilio del cani anti-esplosivo. La medaglia a Guerrino Brunazzo arriva dopo quella a Giorgio Perlasca che abitava nella vicina Maserà. Brunazzo nascose gli ebrei (4 adulti e 3 ragazzi) nella soffitta della sua casa di Pontemanco, mascherando la botola con uno scaffale di bottiglie. Ebbe l’aiuto di gran parte della comunità: il farmacista Domenico Fortini si occupò delle cure, il mugnaio Emilio Bertin aiutò Brunazzo con quello che poteva visto che in quel periodo il cibo era razionato. Un ruolo importante ebbe anche il parroco don Gaetano Torresin che tenne informate le famiglie sul corso della guerra. Così gli Hasson, Ido, Sida e la figlia Blanka con la nipote Ester Danon e i Mevorach, Israel, Tinka e Isacco in fuga dalla Jugoslavia e Bosnia Erzegovina poterono salvarsi. Al termine della cerimonia il generale Luciano Manià, esule fiumano, ha consegnato all’ambasciatore degli acquerelli del paese di Pontemanco da far arrivare in Israele, agli eredi delle due famiglie salvate da Guerrino Brunazzo.

Gianni Biasetto

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova