San Marino, i primi 1.200 nomi
Venticinque padovani nell’elenco dei quasi 1.200 nomi, titolari di un conto segreto a San Marino, clienti della Smi Bank, l’ex istituto del Titano salvato, dopo un clamoroso crac da 16 milioni di euro, da una holding di proprietà del conte Enrico Maria Pasquini

Un'auto della Guardia di Finanza
ROMA.
Decine di milioni di euro finiti nelle banche di San Marino. Sono 1.200 i nomi dei clienti del conte Enrico Maria Pasquini, titolare della San Marino Investimenti (Smi Bank), inviati dalla procura di San Marino ai colleghi di Roma.
Si tratta di un primo elenco di contribuenti italiani che avevano trasferito capitali nelle banche di quello che, fino a poco tempo fa, veniva considerato uno dei paradisi fiscali europei. L’elenco è arrivato dopo una rogatoria internazionale presentata dai magistrati della capitale che avevano iscritto nel registro degli indagati il conte Pasquini. Lui e altre 50 persone sono accusate a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio, trasferimento fraudolento di valori, appropriazione indebita e attività abusiva di intermediazione finanziaria. Nell’inchiesta i magistrati ipotizzavano un maxiriciclaggio da un miliardo di euro.
Saranno ora i magistrati a vagliare la lista per capire chi ha trasferito regolarmente i propri soldi a San Marino e chi invece lo ha fatto evadendo il fisco.
Nella lista emergono nomi famosi del mondo dello spettacolo, come quello di Adelmo Fornaciari, in arte Zucchero oppure, imprenditori che rappresentano il gruppo più cospicuo. Tra loro, Antonio e Marcello Berloni, titolari dell’azienda di arredamento; Adolfo Guzzini, presidente e amministratore delegato della Guzzini spa; Mauro Guzzini, amministratore delegato della Teuco. Scorrendo la lista si trova anche Giancarlo Morbidelli, padre dell’ex pilota di Formula Uno, Gianni e titolare dell’omonima casa motociclistica.
C’è poi Sante Levoni, titolare dell’azienda che produce salumi e due nomi del mondo delle costruzioni: Massimo Pessina e il presidente della fondazione Carispe, Matteo Melley. E ancora. Emer Borsari, della Borsari Group, azienda che si occupa di trading agricolo, oppure l’immobiliarista Walter Mainetti.
Il governo di San Marino, dunque, comincia a collaborare con la magistratura italiana sul fronte della trasparenza finanziaria. La rogatoria che ha portato all’invio della lista fa infatti parte di un’inchiesta condotta dal pm romano Perla Lori e che riguarda il Gruppo Anphora, controllore della Smi.
Amministratore è il conte Enrico Maria Pasquini, 62 anni, ex ambasciatore sanmarinese in Spagna e presso il sovrano dell’Ordine di Malta che controllava direttamente e indirettamente la finanziaria Smi e la «Smi Bank».
Secondo la procura di Roma, attraverso società come Anphora, raccoglieva capitali sfuggiti al fisco e li portava fisicamente a San Marino. Da qui, tornavano in Italia «puliti» con un sistema che ora gli uomini della Guardia di Finanza stanno cercando di ricostruire.
Un’operazione non facile visto il numero dei potenziali evasori. Per ognuno di loro, gli uomini delle Fiamme Gialle dovranno stabilire l’entità dei capitali sottratti al fisco e trasferire i fascicoli all’Agenzia delle Entrate per il contenzioso e la riscossione delle tasse non pagate.
Uno dei punti fondamentali dell’inchiesta della procura di Roma sarà anche capire se tra gli evasori ci siano anche componenti della malavita organizzata che con questo sistema ha trasferito all’estero capitali illeciti.
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