Schiavonia, 11 ore d’attesa per una visita al Pronto soccorso

MONSELICE. Undici ore in pronto soccorso, sale d’attesa piene zeppe di utenti e un clima non propriamente idilliaco. È stato un prefestivo di passione – l’ennesimo – quello vissuto l’altro ieri nel Pronto soccorso dell’ospedale “Madre Teresa”. Vuoi per l’eccessivo accumulo di codici bianchi, vuoi per l’arrivo di urgenze, vuoi anche per qualche limite organizzativo o per lo scarso numero di medici in servizio, più di qualche paziente ha perso le staffe nella giornata di lunedì. Emblematico è il caso di Mirella Rubello, 60 anni di San Pietro Viminario, arrivata a Schiavonia alle 15.01 per una forte tosse che si era fatta decisamente intensa nel weekend: «Il medico di base non ne veniva fuori e, dopo una notte d’inferno, abbiamo deciso di rivolgerci all’ospedale» spiega il figlio Devis Tresoldi «All’accettazione ci è stato subito detto che si trattava di un codice bianco e che avremmo atteso almeno quattro ore, ma la situazione è stata ben più pesante». La donna è stata visitata alle 00.39 e dimessa alle 2, a raggi compiuti, con il consiglio di assumere un sedativo per la tosse. «Posso capire che non fosse una situazione grave» dice il figlio della sessantenne «ma attendere undici ore per un controllo mi pare un’odissea evitabile con della buona organizzazione. E pensare che c’erano utenti arrivati anche alle 13, in attesa fin oltre la mezzanotte».

P.S., giovane dell’Estense, è arrivato alle 16.45 per dei dolori al collo dovuti a un incidente stradale. Il classico “colpo di frusta”. Catalogato come codice bianco, il ragazzo è stato visitato intorno alle 23 e solo perché le sue condizioni sono peggiorate durante l’attesa: sono comparsi nausea e dolori che hanno fatto tramutare la sua condizione in codice verde. Il ragazzo è uscito dal Pronto soccorso alle 00.05 con un collare e tanta delusione per l’attesa: «Ho visto arrivare qualche ambulanza, dunque c’erano sicuramente pazienti più gravi di noi, ma in sala d’attesa c’erano permanentemente venti persone e passavano anche ore prima che arrivasse la chiamata di medici e infermieri. Vuoi vedere che è proprio impossibile avere qualche medico in più a disposizione in una struttura che raggruppa la popolazione di ben quattro ospedali?». Nessuna risposta dall’Usl 17, che si limita a sottolineare come il personale in servizio fosse quello previsto in qualsiasi altro giorno di lavoro e che ricorda ulteriormente come il numero di codici bianchi sia ancora troppo elevato tra i casi gestiti dal Pronto soccorso aziendale.
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