Scordo e quella passione per le sedie Thonet

Venticinque anni fa, Venezia, Canal Grande. «Quanto volete per darli a me?». Tre sedie e un divanetto stanno volando dalle finestre del piano nobile di un palazzo su una barca pieni di calcinacci diretta alla discarica. Alessandro Scordo, padovano, studente allo Iuav Di Venezia e futuro architetto, si vede passare davanti agli occhi in un lampo un futuro mai neppure immaginato. Quei mobili in cattive condizioni, che si porterà a casa per «un birìn e tre mezi vovi» (un birrino e tre mezze uova) e 5 mila lire di mancia al trasportatore, segnano l’inizio di un amore che in anni di studio, ricerca, restauro, diverranno un lavoro totalizzante e faranno di lui uno dei maggiori esperti italiani nel campo degli oggetti in “legno curvato” di fabbricazione Thonet.
Primi pezzi di una collezione importante che sarebbe poi stata ceduta nel 2014 al Museo Thonet di Friedberg (Vienna). Pronti a rientrare a Milano a cavallo della Design Week dal 12 al 28 aprile, assieme ad altri oggetti di gran pregio in faggio curvato a vapore. Un omaggio al grande Otto Wagner, architetto e designer della Vienna a cavallo tra ’800 e ’900, a 100 anni dalla sua scomparsa.
Alessandro Scordo ogni terza domenica del mese è a Padova al mercato dell’antiquariato in Prato della Valle e il suo spazio di vendita è anche sofisticato cenacolo di professionisti del mondo del design e dell’architettura. Come accade in altri mercati, nel suo negozio di Torreglia o in quello di Trieste. Città in cui al “Magazzino 18” del Porto Vecchio le centinaia di sedie Thonet accatastate in uno stanzone divenuto oggi museo testimoniano della grande fuga dalle loro terre delle popolazioni istriane dopo la tragedia delle foibe e le successive intimidazioni del regime di Tito, dal 1944 al 1956.
Ma perché il nome Thonet è divenuto così importante nel periodo che va dai primi decenni dell’Ottocento sino agli anni ’20, dopo aver traversato il periodo delle Secessioni europee? Scordo non ha dubbi: «Fu quello l’inizio del design, che diede origine al mobile moderno; in cui il sapere artigianale con l’apporto dell’industria trasformò dei manufatti in migliaia di oggetti d’arte per tutti». Quello che vide all’opera nel creare forme nuove per le due aziende maggiori, le viennesi Thonet e Khon, i nomi più illustri della Secessione Viennese: Gustav Sieger, Joseph Hoffmann, Joseph Olbrich, Otto Wagner, Koloman Moser, Marcel Kammerer. Nonostante la curvatura del legno fosse conosciuta da millenni (se ne sono trovati oggetti dentro la tomba del faraone Tutankhamon), è a Vienna nel 1861 che Michael Thonet con i figli brevetta un metodo giunto sino a noi: la curvatura di tronchi di faggio rosso di almeno 25 anni grazie all’utilizzo di autoclavi, cioè di vapore. Poco più di un minuto per creare meravigliose volute arrotolando su se stessa e poi in direzione opposta una barra dritta di legno massello senza alcun incastro: la poetica magia della linea curva creata dalla perfezione della tecnica. Con la complicità del principe di Metternich che, ammirati alcuni pezzi anni prima ad una esposizione, aveva convinto l’imperatore ad aiutare i Thonet favorendo l’apertura dell’azienda a Vienna nel 1854. Premiato dal “canneté”, che divenne presto “paglia di Vienna” e dalle sedie in legno curvato: le “viennesi”. Lo statista aveva intuito le potenzialità di un prodotto di massa in grado di diffondere una forte identità austriaca, lontana dall’imperante gusto francese. Con una precisa strategia di marketing l’azienda trasforma i propri cataloghi in best seller e diffonde la pubblicità in tutte le lingue parlate in Europa ma anche in America, Africa e Australia. L’ampliarsi della classe borghese e il diffondersi dei caffè alla moda porta in tutta Europa i dipinti di Renoir, Degas e Zandomeneghi, i cui innamorati siedono su sedie Thonet. Ogni modello, riprodotto in grandi numeri, è una storia, un mondo, un successo: la n. 14, la n. 17, la n. 19. Ogni Expo, un balzo in avanti.
Al collezionista di oggi, Scordo consiglia di «comprare per tenere, comprare giusto, comprare preparati». E se con la precarietà della vita odierna pochi mettono su casa e comprano begli oggetti, chiedendosi: “l’anno prossimo cosa farò, dove sarò, con chi?”, il sogno e la passione di Alessandro Scordo non sono mutati: per lui il legno curvato rimane il simbolo di un’epoca storico– culturale importante e un luogo dell’anima. Per comunicarli, con due compagni d’avventura ha fondato legnocurvatodesign.it: un po’ blog, un po’ magazine per diffondere una bellezza che ha superato la prova del tempo.
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