Scuole paritarie, tredicesime in ritardo

PADOVA. Non sono poche le scuole paritarie, quasi tutte cattoliche, che pagheranno le tredicesime solo a gennaio e non potranno avere una gestione amministrativa sicura sino alla fine dell’anno...
economicamente gestibile. I bambini
economicamente gestibile. I bambini

PADOVA. Non sono poche le scuole paritarie, quasi tutte cattoliche, che pagheranno le tredicesime solo a gennaio e non potranno avere una gestione amministrativa sicura sino alla fine dell’anno scolastico 2016-2017. Questo perché, nonostante l’approvazione prima del 31 dicembre del bilancio, i contributi regionali, già predeterminati, non sono ancora arrivati.

La somma globale destinata alle 1.047 scuole del settore, di cui circa un terzo nella sola provincia di Padova, prima dell’approvazione del bilancio regionale, a Palazzo Ferro Fini, a Venezia, era di 18 milioni, ma, alla fine, è calata a 15,5 milioni. I contributi pubblici servono, principalmente, per pagare gli stipendi ai 9.000 docenti e non docenti delle paritarie, quasi tutte associate alla Fism, tra cui ai 2.000 addetti che lavorano nelle scuole padovane. «No» spiega Ugo Lessio, vice-presidente regionale della Fism e coordinatore per le scuole padovane «così non va bene. Da un lato Luca Zaia va dicendo in pubblico che le scuole materne parrocchiali hanno tutto l’appoggio possibile da parte di Palazzo Balbi. Dall’altro lato, invece, alle parole non seguono i fatti. Tanto più che, nel bilancio regionale appena approvato è stata messa nero su bianco la diminuzione dei contributi da parte della Regione alle paritarie per il 2017. In politica occorre coerenza e in questo caso, la Regione, non l’ha dimostrata».

Senza i fondi erogati dal ministero «sarebbero rimasti senza tredicesima quasi tutti i docenti e il personale Ata». Le paritarie della Fism, ossia asili nido e materne sono 1047 in tutto i Veneto, delle quali la maggioranza è a Padova. Gli allievi sono 90.000 (tutti gli studenti delle scuole statali sono 600.000), di cui 83.000 frequentano le materne (3-5 anni) e 7.000 gli asili nido. I docenti sono, in tutto, 6.000, dei quali 1.600 solo nella nostra provincia, mentre i bidelli, gli impiegati amministrativi e gli altri collaboratori sono 3.000.«Spero vivamente che la Regione cambi al più presto passo» conclude Ugo Lessio. « In caso contrario alcune scuole rischieranno addirittura di chiudere».

Felice Paduano

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova