Serenissima a Dussmann “L’offerta è antieconomica”

Asparagi alla bassanese nel giorno dell'Epifania, risi e bisi a Santo Stefano. Ci sono anche queste pietanze nei menù proposti da Dussmann che hanno portato all'aggiudicazione del servizio di ristorazione scolastica e consegna dei pasti a domicilio per le persone in stato di bisogno per i prossimi sette anni. Ricette che sarebbero «in contrasto con la natura e la tradizione gastronomica veneta», cioè fuori stagione, secondo il ricorso presentato al Tar da Serenissima Ristorazione Spa, azienda che ha attualmente in appalto una parte della ristorazione scolastica insieme a Sodexo e che ha partecipato al bando formando un'Ati proprio con quest'ultima. I ricorrenti contestano la graduatoria della commissione che ha valutato gli aspetti tecnici ed economici del maxi appalto, un affare da 46 milioni di euro che comporta la finitura del nuovo centro cottura costruito ad hoc dal Comune. Ma non c'è solo questo aspetto. Alla Dussmann vengono contestate anche altri punti che portano Serenissima a chiedere di fronte al tribunale la sospensione dei provvedimenti e l'annullamento dell'atto di aggiudicazione. Mancherebbe, secondo il ricorso, il certificato relativo all'articolo 38 del regolamento sugli appalti per quanto riguarda un'azienda acquistata di recente dalla multinazionale tedesca. Inoltre secondo la perizia fatta fare da Serenissima a un commercialista, l'offerta di Dussmann, che ha vinto offrendo un ribasso del 9 per cento, e di alcune aziende che precedono l'Ati sarebbero antieconomiche. Infine il ricorso contesta il criterio di aggiudicazione per «manifesta illogicità e contraddittorietà». Questo aspetto si unisce alla mancanza di motivazione per la determinazione dei punteggi per la componente qualità (cioè la voce dei menù fuori stagione) e concorre a motivare la richiesta di sospensiva.(v.v.)