Sgozzò una capra in cucina per il giudice non c’è reato

TREBASELEGHE. Sgozzare una capra a fini alimentari non costituisce reato. Nemmeno se alla povera bestiola non viene risparmiata la sofferenza.
È stata archiviata la denuncia presentata dalla Lega per l'abolizione della caccia relativa a un episodio avvenuto alcuni mesi fa a Trebaseleghe, dove un cittadino originario del Burkina Faso aveva ucciso una capra nella cucina di casa, per macellarla a fini alimentari. Proprio questo aspetto, quello dell'alimentazione, ha fatto propendere il pubblico ministero per l'archiviazione della denuncia, che ipotizzava invece il reato di maltrattamento di animali.
«Possiamo dunque affermare che in Italia l'uccisione di animali tramite sgozzamento effettuata per e con riti islamici è alla fine consentita» dichiarano le guardie zoofile della Lac. All'arrivo della povera capra aveva assistito più di qualche residente, che aveva notato l'animale recalcitrante, che non ne voleva proprio sapere di entrare in quella casa, forse prevedendo quale sarebbe stata la sua orribile fine. Qualcuno aveva chiamato allora i carabinieri, che l'avevano trovata dentro un bidone, gli occhi sbarrati, la gola squarciata da una lama. la cucina era rossa di sangue: una scena raccapricciante. Proprio per il fatto di non aver risparmiato alla capretta il dolore le guardie zoofile della Lac avevano provveduto a denunciare l'uomo, ravvisando il reato di uccisione di animale punito dall'articolo 544 bis del Codice Penale e di maltrattamento di animale che ne ha portato all'uccisione (articolo 544 ter comma 2).
«Il fascicolo è stato archiviato questa settimana dal magistrato» prosegue la Lac, «che non ha ravvisato tali reati, in quanto l'uccisione sarebbe avvenuta solo ed esclusivamente per uso alimentare domestico e quindi e non rientra nella fattispecie degli articoli in questione».
Alla fine l'uomo, se l'è cavata con una sanzione amministrativa comminatagli dall'Usl 15, di poco più di un migliaio di euro, per macellazione in luoghi non destinati a tale uso e quindi non legali. «Queste purtroppo sono le lacune delle normative sul maltrattamento degli animali» conclude l'associazione, «che non sono esaustive e mettono in difficoltà l'azione di difesa degli animali svolta dalle forze dell'ordine, guardie zoofile incluse».
Non è il primo caso di barbarie contro animali, in particolare ovini, denunciato in zona e nel Padovano in genere. In alcuni casi la denuncia è scattata per segnalazioni partite dopo che erano stati uditi i lamenti strazianti delle “vittime”.
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