Si lancia dal settimo piano studente modello si uccide

Tragedia ieri mattina alle 8 alla facoltà di Matematica, morto ventiduenne Nel suo diario aveva scritto: «Se non cambia nulla domani la faccio finita»
Di Alice Ferretti

È salito fino al settimo piano del dipartimento di Matematica e Informatica di via Trieste e si è gettato nel vuoto, dalla tromba delle scale di una delle quattro torri del complesso universitario, utilizzata quotidianamente da studenti e professori. Ha deciso di farla finita così Nicola Casarin, 22 anni, studente della facoltà di Fisica di Padova, ma residente a Campiglia dei Berici, in provincia di Vicenza. Come ogni giorno anche ieri il giovane era partito da casa, aveva preso il treno ed era arrivato a Padova. Questa volta però, invece di dirigersi in via Marzolo dove si trova il dipartimento di Fisica che frequentava ormai da qualche anno, si è diretto alla sede di Matematica e Informatica di via Trieste 63. Ha atteso l’apertura della Torre di Archimede, alle 7.30, ed è salito in cima alle scale dell’edificio D, in quel dipartimento che non era il suo ma che chissà per quale motivo aveva scelto per compiere l’estremo gesto.

Una volta arrivato al punto più alto, il settimo piano, dove si trovano i laboratori di matematica pura, si è lanciato dalla tromba delle scale. Nessuno pare abbia visto il ventiduenne precipitare nel vuoto, e nessuno sembra averlo incontrato negli attimi che hanno preceduto il tragico gesto. Alcuni dipendenti, presenti nella struttura al momento del dramma, riferiscono però di aver udito, attorno alle 8.10, dei forti rumori. Si trattava del tragico volo di Nicola Casarin che è finito a terra privo di vita nell’atrio della torre del dipartimento.

A spiegare l’origine del gesto diversi carteggi trovati in un diario all’interno dello zaino dello studente, appoggiato a terra, nel pianerottolo del settimo piano. Pensieri che Nicola annotava da diversi giorni e su cui sono segnate anche le varie date. «Se domani non va meglio è la volta buona», si legge in uno degli scritti. Non è chiaro da dove derivasse l’evidente malessere del ventiduenne, studente esemplare all’università, tanto che aveva già superato 12 esami. Il giovane stava soffrendo da almeno tre mesi secondo quanto scriveva nel suo diario. Era un ragazzo molto religioso e spesso faceva riferimento nei pensieri che scriveva a Dio. «Se lo vuole Dio lo farò». Sempre nel diario è stato trovato anche una sorta di testamento in cui il ragazzo chiede che i soldi del suo conto bancario, circa 4.000 euro, vengano devoluti ad una non specificata associazione che sostenga il settore universitario. Sul posto ieri mattina sono intervenuti i carabinieri della compagnia di Padova, che dopo aver transennato la zona hanno effettuato i rilievi. Il dipartimento invece è rimasto chiuso per tutta la giornata. «Era un ragazzo esemplare, bravo e serio», racconta affranto il padre del ragazzo, Manzio «il figlio che ogni genitore vorrebbe avere».

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