Sit Group, lo sbarco in Borsa porterà 50,5 milioni in cassa
Sit Group, nata nel 1953 a Padova, rappresentante di quel gruppo dinamico di multinazionali “tascabili” del Nordest, è pronta a quotarsi all’Aim di Borsa Italiana, il listino dedicato alle piccole e...

PD 22 ottobre 2005 G.M...Convegno UCID Abbazia di S. Giustina, sala San Luca. Federico De Stefani Presidente Sit Group..(BACCARIN) Convegno Ucid - Baccarin
Sit Group, nata nel 1953 a Padova, rappresentante di quel gruppo dinamico di multinazionali “tascabili” del Nordest, è pronta a quotarsi all’Aim di Borsa Italiana, il listino dedicato alle piccole e medie imprese di Piazza Affari. Un’operazione che vede la società accompagnata in Borsa dalla già quotata Industrial Stars of Italy 2, la Spac (un veicolo d’investimento nato negli Usa il cui acronimo corrisponde a Special Purpose Acquisition Company) promossa da Attilio Arietti, fondatore di Oaklins Arietti, e Giovanni Cavallini, ex presidente di Interpump.
Una fusione, già approvata dalle rispettive assemblee dei soci lo scorso 5 maggio che porterà nelle casse di Sit 50,5 milioni di euro e prevista per il prossimo 20 luglio. Un primo passo verso una successiva quotazione presso l’Mta di Borsa Italiana già intorno alla prima metà del 2018 dove l’azienda troverà un posizionamento più consono alle sue dimensioni di fatturato e operatività. L’attuale proprietà manterrà il controllo del 76,80% del capitale e nel consiglio di amministrazione siederanno i due promotori di Industrial Stars of Italy 2 Cavallini e Arietti, l’a.d. di Sit Fulvio Camilli, Chiara de Stefani, sorella del presidente di Sit Federico de Stefani, ma pure come consiglieri esterni Franco Stevanato del Gruppo Stevanato, l’a.d. della Bocconi Bruno Pavesi, il professor Fabio Buttiglion e Marzio Saà, già numero uno della società di revisione Arthur Andersen. Sit Group (oltre 2000 dipendenti e 8 stabilimenti nel mondo) ha chiuso il 2016 con un fatturato di 288,1 milioni di euro, un margine operativo lordo di 44,6 milioni e un debito finanziario di 124,6 milioni di euro. Una posizione finanziaria netta negativa che si ridurrà a 66,3 milioni di euro a seguito della fusione e che aprirà una nuova stagione di investimenti in ricerca e sviluppo, aumento della produttività e crescita per linee esterne. «Puntiamo ad aumentare di circa il 50% i nostri investimenti in ricerca e sviluppo, già ora su livelli di circa il 4% del nostro fatturato annuo, nel triennio 2018-2020» spiega il presidente di Sit Group. «Abbiamo intenzione di far nascere a Padova un nuovo centro di ricerca e innovazione orientato alla sensoristica e all’elettronica. Pure avendo già quote di mercato importanti, il nostro settore è in fase di espansione nell’area Ue ma pure in Turchia e in Cina dove l’orizzonte è quello di una rapida conversione delle caldaie dal carbone al gas naturale. La tendenza globale alla connettività delle caldaie, tramite una gestione da remoto degli impianti ci fa credere di avere ampi margini di ulteriore miglioramento».
Riccardo Sandre
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova
Leggi anche
Video