Solo il 25% degli hotel aperti ad Abano e Montegrotto
Solo il 25% degli hotel aperti e soprattutto pochi clienti. È un gennaio a dir poco soft per gli hotel di Abano e Montegrotto. Ma, va precisato, gennaio non è mai stato periodo di alta stagione nel bacino termale euganeo.
Chiaro tuttavia che in un periodo segnato dalla pandemia gli albergatori sarebbero stati pronti a cambiare rotta, tenendo aperto anche a gennaio, cercando quindi di allungare la stagione. L’andamento dei contagi tuttavia aveva segnato il passo termale già da dicembre spegnendo lentamente l’entusiasmo che aveva caratterizzato l’estate e l’autunno, con numeri, in termini di presenze, molto simili a quelli del 2019, quando il Covid-19 non era una prospettiva nemmeno immaginabile.
«Abbiamo avuto buoni riscontri a settembre e ottobre e per buona parte di novembre», conferma Marco Gottardo, direttore di Federalberghi terme Abano Montegrotto. «In quei mesi molti degli imprenditori del settore pensavano di destagionalizzare e quindi di tenere aperto anche in periodi solitamente di chiusura. Al momento, del centinaio di hotel presenti nel bacino termale euganeo, solamente il 25% è aperto. Alcuni riapriranno per San Valentino e Carnevale, il resto lo farà a ridosso della Pasqua, che speriamo quest’anno, dopo due annate andate a vuoto, causa lockdown e zona rossa, di poter festeggiare nelle nostre strutture». Le poche strutture rimaste aperte lo stanno facendo con clientela praticamente a chilometro zero, o quasi. «Chi attualmente è aperto ha clientela soprattutto veneta, se non padovana – continua Gottardo – Gran parte delle strutture in attività sono poi quelle che sfruttano la possibilità di accogliere i clienti esterni per i day spa». Tuttavia i tassi di occupazione delle stanze restano molto bassi: «Durante la settimana, in media, c’è il deserto – ammette Gottardo – gli hotel lavorano con una occupazione media delle stanze che va dal 15% al 25%, ossia 20-40 clienti al massimo. Va un po’ meglio invece nel fine settimana, ma stiamo in questo caso parlando di una notte, quando le stanze sono occupate mediamente al 50». È chiaro, con questi numeri, che chi sta tenendo aperto lo sta facendo in perdita. «Non ci sono guadagni, anzi si va verso il fronte contrario, quello delle perdite», osserva ancora il direttore di Federalberghi. «Basti considerare che la gestione di un hotel aperto si aggira mediamente tra i 100 e 200 mila euro al mese, anche di più nelle strutture di lusso. Ecco perché a molti conviene chiudere in attesa di tempi migliori. Va tuttavia sottolineato che un hotel chiuso costa mediamente, di gestione, dai 30 ai 50 mila euro al mese. Con gli aumenti ormai insostenibili delle materie prime, delle bollette e la povertà di clientela – conclude Gottardo – abbiamo bisogno di sostegni, sia per le aziende, che per i lavoratori che hanno ancora gli ammortizzatori sociali scoperti».
—
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova