«Stavamo recuperando bene Mi toccherà anche licenziare»

l’intervista
Da decenni Franco Filimbeni, gestore dello Zairo in Prato della Valle è una delle figure più popolari della ristorazione padovana. «Se ci toccherà lavorare solo a pranzo sarò costretto a mandare in cassintegrazione molti dei miei collaboratori», racconta.
È impossibile sostenere i costi di gestione?
«Solo per l’affitto pago 70 mila euro all’anno, nonostante la proprietà mi abbia concesso un ribasso del canone. Per la tassa rifiuti verso 18.500 euro all’anno. Somma alla quale devo togliere solo i due mesi di sconto che ci hanno concesso per il primo lockdown. In pratica la scelta imminente della chiusura alla sera è come un grande macigno che si abbatterà sull’intero settore. Con la paura che incombe su tutto e su tutti, la gente non verrà più neanche a pranzo».
Come pensa di reagire?
«Faremo tutti gli sforzi possibili per cercare di avere un po’ di clientela. Ho acquistato una serie di lampade a micronde per far mantenere i posti all’esterno».
Ma attualmente come stanno andando gli affari?
«Stavamo recuperando abbastanza bene. Rispetto all’anno scorso abbiamo recuperato già il 70% degli incassi. Ma già adesso niente è come prima. Ad esempio gli anziani, compresi i pensionati che spendevano anche 40-50 euro a pasto, non vengono più. I turisti sono un lontano ricordo. Non parliamo poi dell’obbligo del distanziamento ai tavoli. Ieri ho ricevuto una prenotazione per sei persone e mi hanno subito detto che per loro occorrono due tavoli e non uno per essere più larghi. Spesso sono proprio i clienti a chiedere il distanziamento. Si è creato un clima generale di paura e di diffidenza, che non giova a nessuno. Se andiamo avanti di questo passo, anche il sottoscritto non potrà fare altro che chiudere. Paradossalmente rischio di tornare a fare il cameriere, come ai tempi del Falconiere. Oppure tornerò al mio paese natio, Gravina di Puglia, che tra l’altro è un posto molto bello dov’è stato girato l’ultimo film su James Bond». —
felice paduano
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