«Stesso disco, stesse maschere di Pluto»

SAN BIAGIO DI CALLALTA. Ermetico e sensuale, rabbioso, grezzo e ispirato: nel 1997 esce “Hai paura del buio?” e gli Afterhours, entrano di diritto nell'olimpo del rock alternativo italiano. È un disco di melodie che si attaccano «come una colla all'anima», per dirla con le loro parole. Le 19 tracce oscillano tra ballate pop, divagazioni noise e furiose cavalcate punk che non risparmiano nessuno. Con la tecnica del cut up, che consiste nel tagliare e ricomporre brani di testo, Manuel Agnelli traccia uno scenario di amori traditi, notti focose, dipendenze e ipocrisie. Le sue liriche sono sfrontate ed esplicite, da bollino rosso, spesso rasentano il non sense: ogni ascoltatore può dunque appropriarsene e farle sue.
A distanza di 17 anni il fascino oscuro di quel disco non accenna a diminuire, tanto che per la band milanese è arrivato anche il tempo dell'autocelebrazione. Oltre alla versione “remastered”, “Hai paura del buio?” è uscito la settimana scorsa con una riedizione che chiama a raccolta il gotha della scena indie nazionale e non solo. Ospiti come Eugenio Finardi, Edoardo Bennato, Greg Dulli, Mark Lanegan e molti altri si sono cimentati in avventurose interpretazioni dei brani originali. E come ogni festa che si rispetti, ora è già tempo di live.
Gli Afterhours saranno sabato sera sul palco dalla Supersonic Musica Arena di San Biagio di Callalta per l’unica data in Triveneto. Oltre ai nuovi innesti ci sarà il terzetto di allora, formato da Manuel Agnelli, dall'estroso chitarrista Xabier Iriondo e dal batterista Giorgio Prette, veterano della band fin dai primi anni ’90. È lui a parlare del tour.
Quando vi hanno comunicato che “Hai paura del buio?” era stato eletto su rock.it come il migliore rock italiano degli ultimi 15 anni, cosa ha provato?
«Eravamo in tour con “Padania”, non ricordo bene il momento esatto. Non ho più l'età per simili entusiasmi. Però so che è stata una bella sensazione, un bel riconoscimento che inorgoglisce, un po’ come se tuo figlio avesse preso un bel voto. Siamo sempre stati refrattari alle autocelebrazioni, forse abbiamo anche esagerato da quel punto di vista, come conseguenza abbiamo pensato che fosse ora di festeggiare».
Perché dopo 17 anni?
«Abbiamo iniziato a pensarci con la coincidenza dei 15 anni, sono diventati 17 perché nel frattempo era uscito “Padania” e non aveva senso farlo nei ritagli di tempo».
La scaletta del tour comprende solo i brani di “Hai paura del buio?” o c'è qualcos’altro?
«Il disco viene riprodotto fedelmente dall’inizio alla fine, con due bis. Sarà un tour cinematico e teatrale, con gli stessi vestiti di allora».
Se non fosse tornato Xabier sarebbe stato possibile questo tour?
«No, non avrebbe avuto molto senso, ma è ormai da tempo che è tornato a far parte della band».
Perché sul palco una volta indossavate le maschere di pluto?
«Torneremo a farlo anche per questo tour, anche se doveva essere una sorpresa. L’idea non ricordo da dove fosse nata, indossavamo quelle maschere nel video di “Male di miele” girato a Tenerife, all’epoca ci piaceva giocare con i costumi e i travestimenti».
A parte il giudizio del pubblico qual è, secondo voi, il vostro miglior disco?
«È come guardare le fotografie di un periodo diverso della propria vita e metterle su uno stesso piano, però posso dire che Padania del 2012, per me, è una grande soddisfazione, è un disco che ci rappresenta in questo momento della nostra storia, è un punto d’arrivo. Per quanto riguarda Manuel posso affermare con una certa sicurezza che il suo preferito è “Quello che non c'è” del 2002»
Chi è la ragazza in copertina?
«Ricordo che per l’artwork l'incarico fu dato ad una agenzia di grafica: avevano fatto tre alternative, due non c’entravano e abbiamo scelto quella proposta da una stagista tedesca che utilizzò delle foto tratte da un libro di prodotti estetici». Se cercate una pelle splendida, dunque, sapete dove trovarla.
Sabato 22 marzo, ore 22, ingresso 22 euro. Supersonic Music Arena S. Biagio di Callalta (TV), via Postumia Centro, 35. Infoline: 349 5012282
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