Stranieri fuori supermercati, proprietari e clienti: «Giusto che restino»

PADOVA. Divieti, tanti. Tutti contenuti nel nuovo regolamento di polizia urbana adottato dall’amministrazione comunale. Multe dai 25 ai 500 euro per i trasgressori. Divieti finalizzati a contrastare il degrado cittadino su più fronti. Proibizioni che cambieranno diverse abitudini, ormai consolidate in città. Una tra queste la presenza dello straniero che fuori dai supermercati si offre di portare la spesa in cambio di un’offerta. Una realtà presente e apprezzata dai frequentatori dei supermercati, specie se anziani. Nei supermercati Alì, in quasi tutti i punti vendita è presente questa figura. A Terranegra c’è Ugo, nel quartiere Forcellini Valentino, alla Sacra Famiglia Paolo. Tre nigeriani che da anni passano le loro giornate all’entrata del supermercato, dando il carrello o aiutando le persone a portare la spesa pesante in cambio di qualche spicciolo.
Tutti nel quartiere li conoscono. «Valentino è un bravissimo ragazzo, onesto e servizievole», dicono Rinaldo Barelli e Rinaldo Tonelli, clienti dell’Alì di Forcellini, «È qui da 15 anni. Lavora anche in parrocchia. Non è mai insistente con i clienti del supermercato ed è diventato amico di tutti». «Se non ci fosse bisognerebbe inventarlo», dice Mirella, mentre esce dall’Alì di Terranegra, riferendosi a Ugo. «Non so come farei a portare le casse d’acqua da sola». Paolo, da 8 anni all’Alì della Sacra Famiglia, guadagna da 10 a 15 euro al giorno. «Mi dispiace che il sindaco voglia colpire noi che facciamo solo del bene”, spiega, «Se mi mandano via non mi ribello. Sono cristiano e ho dei valori, ma tanti altri nelle mie condizioni per guadagnare va a finire che vanno a rubare o a vendere droga». «L’azienda si è data una regola”, ha spiegato Gianni Canella vice presidente Alì. «Una persona al supermercato può rimanere, basta che si comporti bene. I clienti sono contenti e anzi bisognerebbe che il Comune li regolamentasse».
Altro divieto riguarda li writers. Non solo multe ma anche obbligo di ripulire il muro “imbrattato”. «Da quel che ho potuto vedere negli anni, la provincia veneta é invasa da scritte inneggianti “padania libera”, “lega nord” o graffiti raffiguranti il logo di partito», denuncia Yama, noto writer della città. «Mi stupisco che il primo cittadino ora faccia finta di niente visto che la Lega ha usato per anni dei veri imbrattatori per farsi propaganda. Una proposta culturale efficace é sempre l'antidoto migliore contro il degrado, qualsiasi cosa si intenda con questo termine, ma si sa, puntare il dito é molto facile, costruire e inventare alternative é un altro paio di maniche».
E poi: addio papiri affissi agli alberi, uova, farina, e abbigliamento indecoroso. Da oggi cambiano anche i festeggiamenti di laurea. «La città si spegnerà ulteriormente», sostengono Lavinia Basso e Gino Del Monte , studenti Dams. «Padova è anche di chi la abita, e cioè tantissimi universitari che fanno girare gran parte dell’economia. Con questi provvedimenti contro gli studenti non si fa altro che invogliarli a spostarsi altrove». «Ci ha appena tolto il mercoledì universitario, adesso ci toglie anche le feste di laurea?», si chiede Mattia, studente di Scienze umane e pedagogiche, «Io a ottobre mi laureerò e farò tutto: preferisco la multa piuttosto che non festeggiare».
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