Stupra ragazzina di 16 anni, marocchino condannato

Sei anni di carcere al quarantenne che abusò una notte intera dell’adolescente fuggita da una comunità insieme all’amica. Dovrà risarcirla con 25 mila euro

PADOVA. Aveva violentato una sedicenne per un'intera notte. Senza tregua. E senza dare ascolto alle sue suppliche.

Piena responsabilità penale: ieri mattina il gup padovano Margherita Brunello ha inflitto una condanna a 6 anni nei confronti di un quarantenne marocchino, Hicham Tiraoui, residente in città e da poco regolarizzato (la difesa d’ufficio dell’avvocato Luca Motta). Non solo. Il giudice ha ordinato all’imputato il pagamento di una provvisionale immediatamente esecutiva (un anticipo sul risarcimento) di 25 mila euro alla parte civile (la ragazzina vittima dell’atroce violenza tutelata dall’avvocato Zincani). La sentenza è stata pronunciata nell’ambito di un giudizio abbreviato che, per legge, prevede la riduzione della sanzione di un terzo. Accolta in pieno la richiesta del pubblico ministero Giorgio Falcone che aveva reclamato la sanzione di sei anni.

A firmare la querela il tutore della ragazzina (Anna, nome di fantasia), un’italiana con una famiglia problematica che in quel periodo (l’estate 2014) è ospite in una casa-famiglia su disposizione del tribunale dei Minori di Venezia. Vivace e curiosa, una sera decide “la fuga” per girovagare in centro. Una fuga messa a segno nel tardo pomeriggio insieme a una compagna che risiede nella stessa comunità.

Qualche ora dopo la riconquistata libertà, le ragazzine incrociano una coppia di amici nordafricani: uno dei due è Hicham Tiraoui. Prima la passeggiata insieme, poi la proposta di una cena a casa dei due uomini, molti più grandi delle amichette. Tutto si svolge in tranquillità finché in serata le coppie si separano: Hicham trascina Anna con l’inganno in camera da letto; l’amico e l’altra ragazzina si siedono sul divano in soggiorno e guardano la televisione.

Per questi ultimi la notte trascorre tranquilla tra un film dopo l’altro e una dormita fino al mattino seguente. Ben diversa la notte dell’altra sedicenne che si ritrova nella stanza con Hicham. L’uomo non esita a saltarle addosso e a spogliarla. Poi la costringe più volte a rapporti sessuali. Lei è terrorizzata, paralizzata dalla paura. Non riesce nemmeno a urlare, forse consapevole che nessuno potrà aiutarla. E così subisce in silenzio, salvo qualche lamento,tremando anche per la propria vita. La mattina successiva i due marocchini riaccompagnano le ragazze in centro, nel luogo dove era avvenuto l’incontro. Le due amiche rientrano in comunità, ma per Anna il trauma è stato troppo forte tanto da non esitare a rivolgersi alla psicologa della casa famiglia per raccontare la violenza.

Viene informato il tutore e subito è presentata la denuncia. L’inchiesta, coordinata dal pm Falcone, è affidata ai carabinieri che interrogano la ragazzina per cercare di individuare la casa dello stupro. E grazie alle informazioni delle due amichette ma anche ai dati provenienti dalle celle agganciate dai loro telefonini, l’abitazione è rintracciata. E così sono identificati i due uomini: all’inizio vengono indagati entrambi, poi finisce in archivio l’accusa a carico del nordafricano che nulla c’entra con la violenza sessuale.

Le visite mediche hanno confermato lo stupro. Hicham Tiraoui non ha mai accettato di farsi interrogare.

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