Stupro su minore alla Baita al lago L’indagine è ormai terminata

Il pm De Biasi ha comunicato alle parti la conclusione delle indagini avviate su due giovani Il pierre di Loreggia accusato di violenza dalla quindicenne non è più agli arresti domiciliari
Di Serena Gasparoni
DeMarchi Castelfranco discoteca Baita al Lago
DeMarchi Castelfranco discoteca Baita al Lago

LOREGGIA. Indagini chiuse: verso il processo i presunti responsabili della violenza sessuale nei confronti di una quindicenne dell’Alta Padovana, alla Baita al Lago di Castelfranco, lo scorso agosto. A nemmeno tre mesi dall’episodio il sostituto procuratore titolare del fascicolo, Iuri De Biasi, ha disposto il 415 bis. Due le ipotesi di reato e due i nomi iscritti nel registro degli indagati. Quello di Filippo Roncato, figlio di industriali e pierre in diversi locali, come la Baita al Lago in cui si sarebbe verificato il fatto. Per il ventenne di Loreggia l’accusa è di violenza sessuale su minore.

Nei suoi confronti il giudice aveva disposto gli arresti domiciliari. Il sostituto procuratore ha accolto in questi giorni la richiesta della difesa, rappresentata dall’avvocato Fabio Pavone: nei suoi confronti è stato disposto l'obbligo di rimanere all'interno del comune di residenza. Gli è stato concessa la possibilità di recarsi nell’azienda di famiglia per andare a lavorare. «Stiamo lavorando con un'equipe per determinare una strategia processuale idonea, un gruppo composto dal professor Santo Davide Ferrara dell'università di Padova, il professor Giuseppe Sartori neuropsichiatra forense per la valutazione delle testimonianze». Il secondo nome iscritto nel registro degli indagati è quello dell’amico di Roncato: G.P., 21 anni, di Loreggia. Per lui l’ipotesi di reato è di violenza privata.

L'episodio risale al 21 agosto: tornata a casa la ragazzina aveva raccontato quanto successo ai genitori che prontamente si erano recati dai Carabinieri, con la figlia, per sporgere denuncia.

Una vicenda complicata per la tipologia di reato, il fatto che vi siano minori coinvolti e il tam tam che l’episodio aveva generato su Facebook.

Quella notte Roncato avrebbe abusato della ragazzina dopo averla trascinata in un luogo appartato. Dopo la denuncia sporta dai genitori della 15enne, gli inquirenti avevano sentito le testimonianze di vari giovani, arrivando a disporre gli arresti domiciliari col braccialetto elettronico per il giovane Roncato, ora revocati.

Secondo la Procura il secondo indagato avrebbe impedito a un'amica della presunta vittima di soccorrerla. Proprio quest'amica, sentita dagli inquirenti a sommarie informazioni, avrebbe confermato in parte la denuncia della quindicenne: ha raccontato di averla vista tornare dal luogo in cui si era appartata con Roncato sconvolta e che le avrebbe subito riferito della violenza subita. Gli avvocati delle presunta vittima stanno valutando inoltre se ricorrere alle vie legali nei confronti di coloro che attraverso Facebook avrebbero rivolto alla quindicenne accuse e insulti, in difesa di Roncato. Ora si attende la richiesta di rinvio a giudizio.

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