Trasporto pubblico, la guerra arriva al Tar La Provincia fa ricorso contro il Comune

Luca Preziusi
L’uscita del Comune dall’Ente di governo del trasporto pubblico padovano finisce al Tar. A portare in tribunale il sindaco Sergio Giordani è stato il “vicino di casa” Fabio Bui, presidente della Provincia, che guida al 50% l’organismo dal quale l’amministrazione ha deciso di andarsene. Bui in realtà ce l’ha con il vicesindaco Arturo Lorenzoni. L’ente era stato istituito a maggio del 2014 con l’obiettivo primario di avviare e portare a termine la gara per il rinnovo della gestione del servizio per i successivi nove anni. Oggi diventa il “simbolo” di uno scontro tutto interno al centrosinistra.
LA DISCORDIA
Una gara partita a novembre del 2017 e chiusa a febbraio scorso con l’aggiudicazione dell’appalto a Busitalia Veneto, partecipata al 55% dalle Ferrovie dello Stato e al 45% da Palazzo Moroni. Aggiudicazione però non ancora suggellata dalla firma del contratto, che dovrà avvenire entro sabato 11 luglio. Ma il motivo della discordia, che ha spinto Bui a portare la carte in tribunale, non è la gara (tant’è che entrambi gli enti hanno dichiarato più volte di essere pronti a firmare), ma l’altra battaglia legale in corso tra Palazzo Moroni e alcuni Comuni della cintura urbana, tra cui Rubano, Selvazzano, Vigodarzere e Albignasego. Dal 2001 esiste una convenzione che permette a questi comuni di usufruire del servizio di trasporto a patto che versino un’integrazione tariffaria in aggiunta al contributo regionale. Dal 2017, però, alcuni di loro hanno smesso di versare tale integrazione, sostenendo che non sarebbe legittima, perché già coperta dal finanziamento della Regione. Un mese fa quindi l’amministrazione decide di uscire dall’ente con il via libera del consiglio comunale, perché non può più farsi carico di una cifra del genere, accusando la Provincia di non aver mai voluto interessarsi della questione.
IL RICORSO
Dopo diversi botta e risposta tra Giordani, Lorenzoni e Bui, da Palazzo Santo Stefano hanno deciso di passare ai fatti: «La deliberazione comunale deve ritenersi illegittima, per la violazione della normativa di settore e per la violazione delle statuizioni della stessa Convezione, stipulata da Comune e Provincia, avendo l’art. 8 stabilito che lo scioglimento convenzionale può avvenire solo con il consenso di entrambe le parti» si legge tra le motivazioni della delibera che autorizza la proposta di ricorso firmata dal presidente Bui «e inoltre è privo di fondamento quanto richiamato nella delibera comunale riguardo al coinvolgimento della Provincia nei contenziosi che Padova ha con alcuni Comuni della prima cintura, in quanto trattasi di contenziosi scaturiti da accordi autonomamente adottati dal Comune di Padova nel 2001». Un ricorso quindi non ancora depositato (ma che prevede una spesa di oltre 14 mila euro da corrispondere all’avvocato Fulvio Lorigiola) e che lo stesso Bui prova a sgonfiare. «Sarà eventualmente frutto di valutazioni giuridico legali a tutela dell’ente che rappresento. Credo che oggi, più che al ricorso, occorre avere riguardo al nuovo servizio di trasporto pubblico emerso dalle risultanze della gara» evidenzia Bui «ma ritengo che la legge regionale istitutiva degli enti di governo vada rispettata. Rimango a disposizione per trovare una soluzione».
la replica
«Abbiamo sperato che la Provincia affrontasse i temi, e la mossa di uscire dall’ente di Governo mirava a renderlo esecutivo anziché immobile come finora» la reazione del vicesindaco Lorenzoni «ma nonostante i tentativi non abbiamo mai avuto risposta. Se la Provincia, anziché spendere soldi dei cittadini per questioni legali fosse stata più efficace, oggi avremmo avuto un’altra via d’uscita. Credo, però, ci siano ancora le condizioni per dialogare». —
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