Tre intossicati dalla stufa a pellet Nei guai l’installatore

Era in funzione da pochi giorni in via Dante a Mestrino Per il tecnico si ipotizza il reato di lesioni colpose
Di Cristina Salvato
Intossicati piscine Columbus Abano BELLUCO
Intossicati piscine Columbus Abano BELLUCO

MESTRINO. Un’intossicazione da monossido di carbonio lunedì sera ha portato in ospedale tre persone di Mestrino, a causa del malfunzionamento di una stufa a pellet acquistata di recente: l’installatore è stato indagato per lesioni colpose. Se le perizie faranno emergere delle irregolarità anche procedurali, la sua posizione potrebbe aggravarsi di ulteriori denunce. La stufa a pellet era sta istallata da pochi giorni in un’abitazione di via Dante, una vecchia casa su due piani, in cui abitano due famiglie imparentate tra loro. La stufa si trovava nell’abitazione al piano terra ed era stata collegata, almeno da una prima ricostruzione, a una preesistente canna fumaria inserita nel muro.

Tutto è andato bene fino a ieri pomeriggio, quando verso le 18.30 la donna che abita al primo piano, T. T. di 75 anni, ha cominciato a stare male. Vertigini, nausea e vomito l’hanno impensierita e ha chiesto pertanto al figlio, che non vive con lei, di essere accompagnata all’ospedale. Al pronto soccorso di Abano si sono accorti, dagli esami del sangue e dai sintomi che presentava, che non si trattava di una forma influenzale, bensì di una probabile intossicazione da monossido di carbonio. Contattati quindi i vigili del fuoco, insieme ai carabinieri hanno effettuato un sopralluogo nell’abitazione, scoprendo che, in effetti, i valori del gas in casa erano più alti del normale. Pare probabile che la responsabile sia la stufa posta al piano di sotto, collegata a una canna fumaria forse insufficiente o parzialmente ostruita, che ha convogliato il monossido nell’appartamento al piano superiore.

Per precauzione, un nipote della donna ha accompagnato all’ospedale per un controllo anche il marito di lei, di 77 anni: sono stati sottoposti entrambi al trattamento nella camera iperbarica a titolo cautelativo. Successivamente si è sottoposta a un controllo anche la parente del piano di sotto, di 56 anni, proprietaria della stufa. Nel frattempo i vigili del fuoco hanno posto sotto sequestro la stufa e la relativa canna fumaria, redigendo un’informativa generica e riservandosi di integrarla con eventuali ulteriori reati che potrebbero emergere dopo le ispezioni. Sarà da verificare, ad esempio, se al momento dell’installazione siano stati rispettati i protocolli previsti per legge ed eseguiti tutti i controlli, anche sul tiraggio della canna fumaria. Il procedimento ha posto comunque sotto indagine per lesioni colpose l’installatore, un quarantaseienne titolare di una ditta che ha sede a Grantorto.

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