Tutta l’Endoscopia ora è in un solo blocco

MONSELICE. L’Endoscopia riunita in un unico grande blocco. È questa la principale novità dell’Unità operativa, che nel nuovo ospedale può vantare una piattaforma moderna e funzionale: «In un unico grande blocco sono state riunite l’endoscopia digestiva, quella urologica e per otorinolaringoiatria» spiega il dottor Marco Bisello, direttore dell’Unità. «Prima ogni specialità si organizzava autonomamente, ora abbiamo strumentazioni e professionisti concentrati in un unico punto: è un’organizzazione moderna, che gode anche della parte radiologica, circostanza riscontrabile in rarissimi ospedali come Bolzano, Roma o Milano». Endoscopia, che ogni anno è impegnata in almeno 15 mila esami, conta sull’opera di una ventina di medici (9 solo per l’area digestiva), su 14 infermieri, un caposala, due segretarie e altrettante oss. I due posti di risveglio (dove preparare il paziente e dove sistemarlo dopo l’intervento) del vecchio ospedale sono diventati undici a Schiavonia, «e ogni esigenza di reparto ha uno spazio apposito» continua Bisello «Avere uno spazio dedicato esclusivamente a Endoscopia ha permesso inoltre di liberare le altre sale operatorie». C’è poi stato un importante passo avanti a livello di informatizzazione (in particolare nel collegamento con Anatomia patologica per gli esami istologici), che tra i vari benefici ha incrementato la sicurezza: «Utilizziamo strumenti che vengono contaminati da materia biologica. L’informatizzazione di ogni processo ora ha reso possibile la tracciabilità di questi strumenti in relazione al paziente». Endoscopia punta dunque all’eccellenza e la realtà dell’Usl 17 è già in vetta agli standard internazionali. È infatti al primo posto in Italia come casistica nell’utilizzo dell’Apollo Endosurgery, tecnologia che permette di suturare i tessuti e che è utilizzata in particolare per il trattamento di formazioni tumorali, lesioni gastrointestinali e fistole. Spiega Bisello: «La possibilità di tagliare porzioni di tessuto ed effettuare suture consente di non limitare più l’attività endoscopica alla diagnosi, ma di svolgere veri interventi. I vantaggi? Una sedazione più leggera rispetto all’intervento vero e proprio e un trattamento in laparoscopia». L’Apollo Endosurgery è nata nell’aprile 2012 negli Usa ed è arrivata nell’Usl 17 ad ottobre 2013: i pazienti trattati finora sono 28 su 44 casi registrati in Italia. (n.c.)
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova