Uccise la moglie con sedici coltellate, sconterà vent’anni

LIMENA. Sconto di pena per il camionista Franco Manzato che nel settembre del 2011 a Sant’Angelo di Santa Maria di Sala uccise a coltellate la moglie, conosciuta in un club per scambisti a Limena. Ieri la Corte d’Appello dì d’Assise accogliendo le richieste della difesa ha condannato l’uomo a 20 anni. In primo grado il giudice, con rito abbreviato, gli aveva comminato una pena di 28 anni di carcere. Ieri, al termine della sua recquisitoria, il pg Giulio Rosin, aveva chiesto l’ergastolo per l’uomo. Ma per il giudice sono state più convincenti le motivazioni dell’avvocato che tutelava l’imputato che aveva chiesto una riduzione di pena in quanto, secondo il legale, alcuni reati che erano stati contestati all’uomo non erano stati dimostrati.
Manzato nel settembre del 2011 uccise la moglie Elèna Para - moldava, 35 anni - con sedici coltellate, nella loro abitazione di via Don Milani, a Sant'Angelo al culmine di un violento litigio. Pur essendo fuggito dopo il delitto, Manzato aveva subito confessato agli inquirenti l'omicidio della moglie, cercando di giustificarsi spiegando che l'aveva uccisa per gelosia nella convinzione che lei lo tradisse e che volesse lasciarlo per un altro uomo. Un movente che secondo alcuni testimoni - conoscenti della donna - non aveva presupposti. Secondo la ricostruzione dei fatti, Elèna Para, la notte dell'omicidio era rincasata dal club privè Belle Epoque di Limena dove lavorava da qualche tempo. Un circolo privato dove si pratica lo scambio di coppie, frequentato all'inizio da Franco Manzato e da Elèna come semplici clienti e dove poi la giovane donna aveva trovato lavoro.
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