Un altro centro massaggi con prestazioni sessuali
Dopo il massaggio normale arrivava, per chi voleva, la prestazione sessuale con un modesto sovrapprezzo. La accettavano, o magari la chiedevano, in molti. Nel chiuso della saletta massaggi si liberavano molti istinti a luci rosse.
La Squadra Mobile ha chiuso venerdì l’ennesimo centro estetico gestito da cinesi. Questa volta è stato sequestrato il centro “Angela” di via Tiepolo 21 al Portello. Era sponsorizzato anche su alcuni siti Internet dove le prestazioni a luci rosse erano chiamate a seconda del tipo, Raiuno, Raidue e altri canali televisivi.
Da una decina di giorni i poliziotti aspettavano all’uscita i clienti, tutti italiani d’età compresa tra 20 e 40 anni e li portavano in questura per sentire che prestazione avevano ricevuto e quanto avevano pagato. Garantito l’anonimato raccontavano tutto, nei minimi dettagli. Al termine della prestazione “normale”, da massaggio schiena, collo, piedi o intero arrivava la proposta: o la masturbazione o un rapporto orale senza preservativo. Il primo costava 20 euro, il secondo 40. Ad “operare” erano le due massaggiatrici con gli occhi a mandorla (senza diploma, ma in questo caso serviva a poco). All’interno della struttura c’erano per l’appunto due massaggiatrici cinesi, senza alcun contratto di lavoro e abilitazione professionale e una veronese di 32 anni che aveva l’abilitazione professionale di massaggiatrice.
Il centro è stato sequestrato dal pm Vartan Giacomelli e la titolare cinese di 46 anni è stata denunciata per favoreggiamento, induzione e sfruttamento della prostituzione. Per gli stessi reati era già stata denunciata a Mestre nel 2010. In quella città aveva già aperto e poi chiuso un centro estetico simile. Le sono state pure contestate altre violazioni amministrative: non era esposta nè l’autorizzazione sanitaria nè la denuncia di inizio attività.
Si tratta dell’ennesimo centro di massaggi cinesi chiuso. L’ultimo era stato chiuso solo giovedì, in via Nievo ad Arlesega. Gli uomini della Mobile, diretti da Marco Calì, stanno scoprendo giornalmente che nonostante la stretta che stanno dando a questo tipo di attività, il fenomeno non si arresta. Anzi. Strutture simili aprono come funghi e i clienti non mancano. L’indagine si inserisce in una più ampia attività di salvaguardia della salute e delle professioni.
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