Un disagio profondo della classe dietro il bullismo delle tre ragazze

BUONARROTI. La scuola media di Sarmeola
BUONARROTI. La scuola media di Sarmeola
 
RUBANO.
Parte da lontano il malessere della classe terza della media Buonarroti di viale Po, a Sarmeola, nella quale tre delle alunne sono state punite per uno scherzo ai danni di un loro compagno di classe. Dopo aver sottratto il cellulare al ragazzo avevano riattivato la suoneria e lo avevano fatto squillare.
 Un gesto per il quale, accusate di «bullismo e violazione di proprietà privata», le ragazzine sono state sanzionate con tre settimane di isolamento dai compagni durante gli intervalli e la pausa mensa. Nonché a leggere libri e relazionare sul bullismo.  Nella stessa terza il consiglio di classe, per protesta contro insegnanti e dirigente scolastica, si era dimesso in blocco il 19 novembre scorso. «Fin dalla prima abbiamo avuto continue lamentele da parte dei professori - racconta una componente dell'ex consiglio - perché la classe era troppo vivace, il rendimento basso, l'abbigliamento non consono. Soprattutto i maschi andavano a scuola con i jeans a vita troppo bassa. Quest'anno, poi, sono stati inseriti tre ragazzi ripetenti e problematici che hanno dato vita ad altri disagi. Abbiamo ripetuto, come nei due anni precedenti, che se c'erano atteggiamenti non adeguati spettava agli insegnanti intervenire. Ma nessuno ci ha ascoltato quindi ci siamo dimessi. Per questo non abbiamo potuto intervenire sull'episodio del cellulare, di fatto non esistiamo più».  Tace invece la mamma del ragazzo proprietario del cellulare, e non intende commentare l'accaduto. Le precisazioni arrivano da Marco Giubilei, presidente del consiglio di istituto. «Il consiglio non centra nulla in questa vicenda - spiega - abbiamo discusso e deliberato il regolamento della scuola nel quale è previsto che non si possano tenere cellulari accesi in classe. La situazione invece è stata esaminata dal consiglio di classe. E una volta che è stata decisa la sanzione, è stata discussa dal comitato di garanzia. A me, in quanto presidente, nulla è pervenuto. Il problema l'ho appreso dal Mattino di Padova».

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