«Un filosofo bravissimo in transazioni e tanti desaparecidos»
Il magnifico rettore Giuseppe Zaccaria? «Grande azzeccagarbugli agli ordini del precedente». Il direttore amministrativo Giuseppe Barbieri? «Architetto, politico di gran pelo». Il vertice del Bo? «Una dirigente al personale che è psicologa; un prorettore al personale psicologo pure lui; un prorettore all'informatica che è un chirurgo; un prorettore all'edilizia che è un chimico (anche lui politico di gran pelo)». Testuale. Nero su bianco. Anzi, vorticosamente scaricato e subito inoltrato via e-mail. Un "esame" spietato condotto con piglio tutt'altro che accademico dal professor Lorenzo Fellin del Dipartimento di Ingegneria Elettrica (ma prorettore fino alle dimissioni nel luglio 2007). Eccolo, il vero Bo. L'Università giudicata «dal di dentro». L'Ateneo d'eccellenza in formato libera opinione. Questo è il ritratto di Vincenzo Milanesi: «Il delegato al bilancio (e mi sembra anche ai rapporti con l'area medica) che è un filosofo, ex rettore, molto aperto e sensibile a candidature politiche e a seggi in Consigli di amministrazione, bravissimo ad occultare i buchi di bilancio prodotti in gran parte dalle vanità edilizie e da ignobili "transazioni" imputandoli invece a quella poverina della Gelmini». Fellin dice quel che pensa, a ruota libera, fuori dalla «gabbia» del cerimoniale. Svincolato dalla «comunicazione istituzionale». Si prende il lusso... ordinario di descrivere il Bo. Regala un'apprezzatissima verità: «Abbiamo un sacco di desaparecidos che sono costati all'Università un sacco di soldi. Prima coccolati, poi assunti, quindi licenziati perché non commettano ulteriori danni. Tre direttori amministrativi fatti fuori in tre anni; dirigenti alla comunicazione, alla ricerca, ai rapporti internazionali». Non basta. Fellin constata: «E abbiamo carriere fulminee. Abbiamo pure una classe docente di gran me... rito! Ops! scusate l'inceppamento involontario della tastiera». Coraggio, diamoci tutti una mossa. Il Bo non è più «secretato». In fin dei conti, è «roba» nostra.
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