Va a Serenissima la gestione del bar dello Iov

Da giovedì 3 settembre il bar interno all’Istituto Oncologico Veneto riapre dopo sei mesi di inattività. Il servizio ora è nelle mani di Serenissima Ristorazione. Si tratta della ditta vicentina che...

Da giovedì 3 settembre il bar interno all’Istituto Oncologico Veneto riapre dopo sei mesi di inattività. Il servizio ora è nelle mani di Serenissima Ristorazione. Si tratta della ditta vicentina che prepara e distribuisce i pasti all’Azienda Ospedaliera e gestisce mense un po’ in tutt’Italia. La concessione del servizio è stata aggiudicata per 250 mila euro circa e, per contratto, durerà sei anni. L’unico punto ristoro presente all’ospedale Busonera risultava ormai chiuso dal primo marzo, tanto da scatenare proteste e polemiche tra i dipendenti e i pazienti dell’Irccs costretti “a portarsi il panino da casa”. Serenissima Ristorazione si è occupata del rinnovo dei locali. Infatti, la ditta di Mario Putin ha subappaltato a quattro diverse imprese venete le opere edili, impiantistiche, il servizio di disinfestazione e di fornitura degli arredi. Ne fa riferimento l’atto ufficiale, pubblicato ieri dallo Iov: «Considerate le condizioni in cui versavano i locali già adibiti a bar dell’Istituto ed al fine di rendere fruibile in tempi rapidi il servizio di bar-caffetteria all’utenza e al personale dell’Istituto, si affida l’esecuzione di parte delle opere edili e impiantistiche di risanamento e ristrutturazione dei locali in parola (…) preso atto che in sede di offerta la ditta Serenissima Ristorazione S.p.a. di Vicenza aveva altresì dichiarato formalmente l’intenzione di subappaltare le opere». Trattandosi di un edificio storico, i lavori di ristrutturazione hanno dovuto rispettare i rigidi vincoli imposti dalla Sovraintendenza. «Siamo lieti di poter annunciare questa ristrutturazione» dichiara il direttore sanitario dello Iov, Simona Bellometti. «La presenza di un luogo di ristoro dagli standard e dal comfort elevati rappresenta un progetto al quale abbiamo lavorato molto per far sì che all’interno di un luogo speciale come l’Iov ci fosse non semplicemente un bar, ma un luogo attento a saper offrire anche salute».

Elisa Fais

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