Via Bernina, i locali notturni si ritirano
Dopo «E-style» e «Joint», il «Love» restituisce amplificatori e consolle Romito (Mappaluna): peccato che il Comune penalizzi la cultura

VIA BERNINA. I carabinieri davanti alla discoteca «Love»
Dopo l'ordinanza del sindaco, quasi tutti i locali pubblici di via Bernina 18 stanno traslocando in altre zone della città. I gestori di «E-style» e del «Joint» hanno già trasferito altrove sia gli arredi che le suppellettili interne. Il titolare del «Love» ex Pachuca, Fabio Alberello, per ora ha deciso di restituire alla proprietà gli amplificatori e l'intera consolle, base essenziale per il funzionamento della discoteca. Un trasloco, temporaneo e limitato, da mettere in relazione all'imminente decisione dei giudici del Tar di Venezia, che dovrebbe arrivare entro la fine di questa settimana. A questo punto, all'interno della cosiddetta «Cittadella del divertimento» di proprietà dell'imprenditore Funghi, sopravvivono soltanto le palestre, la scuola di ballo latinoamericano «Medialuz», la bottega di mobili e abiti usati gestita da una società rumena, l'associazione «Mappaluna» e le chiese evangeliche dei fedeli cinesi e nigeriani. «L'area cosiddetta Funghi, insomma, cambia totalmente volto - sottolinea Norino Romito, coordinatore del Mappaluna da oltre 25 anni, l'associazione per bambini e ragazzi più grande della città visto che comprende circa 500 famiglie, che abitano anche lontano dall'Arcella - Non entro nel merito del provvedimento dell'amministrazione, perché anch'io sono convinto che i residenti abbiano il diritto a dormire sonni tranquilli, ma devo anche dire che il Comune non può e non deve fare di tutte le erbe un fascio. Una domanda su tutte rivolgo al sindaco Zanonato: cosa c'entrano le attività ludiche e culturali del circolo Mappaluna con gli abusi dei ragazzi delle discoteche?». (f.pad.)
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