Via S. Francesco, chiude la mensa scoppia la rabbia degli studenti
L’Esu rassicura: «Al Piovego mille pasti in più e se non dovesse bastare prenderemo provvedimenti» La replica dell’Udu: «Resterà inattiva per più di un anno, l’ateneo si attivi per trovare un’alternativa»

La mensa Esu di via San Francesco chiude per un anno, o forse più. I lavori di ristrutturazione e messa in sicurezza pendono da una trentina d’anni, ma sembra che il tempo per aspettare sia definitivamente esaurito: con l’inizio di agosto si chiude, fino a data da destinarsi.
Il progetto è ambizioso e prevede un cambiamento radicale: «nascerà un punto di ristoro differente» spiega il direttore dell’Esu di Padova, Stefano Ferrarese «un po’più moderno: apriremo il giardino sul retro, che oggi è chiuso, e lo spazio che oggi ospita il parcheggio delle biciclette diventerà una sorta di corte interna. Anche gli spazi della mensa saranno molto più ampi e in generale cambierà tutta l’architettura del luogo, compatibilmente con i vincoli che ha ogni sede antica. Sono lavori che erano necessari da anni, ora finalmente sono arrivati i fondi e non perderemo tempo».
Rimane, tuttavia, da definire dove andranno gli studenti per il periodo della ristrutturazione: «tra mense Esu e convenzionate» rassicura Ferrarese «il problema non dovrebbe porsi: la Piovego può fornire mille pasti in più di quelli attualmente distribuiti, coprendo tutta la necessità della San Francesco. Ma i ragazzi lamentano che la pausa pranzo è breve e non ci stanno con i tempi: stiamo valutando quindi anche la Pio X, e se non basta cercheremo un punto ristoro alternativo».
Critica la posizione delle associazioni studentesche: ieri i ragazzi dell’Udu hanno manifestato il proprio dissenso in via San Francesco, improvvisando una sorta di altare e la distribuzione del vino: «La mensa è finita» dice il volantino «andate in pace».
«La ristrutturazione era necessaria e si sapeva» lamenta Enrico Mazzo, coordinatore di Studenti Per Udu Padova «ma forse si potevano dilazionare i lavori nel tempo, senza arrivare alla chiusura drastica per un periodo così lungo. Ci è stato detto che si parla di almeno un anno, ma temiamo che sia una previsione molto ottimista. Chiediamo con forza che Esu e Università si impegnino attivamente per attivare un nuovo punto di servizio, o per trovare un ristorante con cui stipulare una convenzione, come succede per la Murialdo o la Forcellini, onde evitare la negazione di un diritto importante ai tantissimi studenti e personale d’ateneo che ogni giorno usufruiscono del servizio mensa. Ad una settimana dal voto, chiediamo fin d’ora anche l’impegno del futuro sindaco a collaborare per trovare una soluzione». Anche le esigenze degli studenti universitari entra nell’agone politico, ma difficilmente una risposta arriverà a breve.
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