Vigodarzere, arriva la “metro” e porta in dote il ponte sul Brenta

Entro il 2018 sarà pronto il progetto esecutivo dell’opera battezzata dal presidente Galan nel 2000 L’annuncio dopo un incontro con Regione, Fs, Genio e progettisti. Ma ci sono ancora nodi da sciogliere
Di Cristina Salvato

VIGODARZERE. Diciassette anni dopo il primo simbolico colpo di ruspa, la metropolitana di superficie Sfrm sta davvero per arrivare a collegare in una manciata di minuti la stazione di Vigodarzere con quella di Padova, portando con sé la costruzione di un nuovo ponte sul Brenta che libererebbe dal traffico quello vecchio e malconcio, il quale potrebbe diventare una pista ciclabile. La progettazione esecutiva dovrebbe essere pronta già per il prossimo anno. Questo in sintesi quanto emerso nel corso della riunione cui il Comune di Vigodarzere (presente con l’assessore ai Lavori pubblici Omar Giacometti) ha partecipato insieme a Regione Veneto, Ferrovie dello Stato, Genio Civile e lo studio di progettazione dell’opera.

Era la primavera del 2000 quando l’allora presidente delle Regione Giancarlo Galan, alla stazione di Vigodarzere, diede simbolicamente inizio al cantiere (in realtà i lavori partirono due anni più tardi) della linea su cui far correre il Servizio ferroviario metropolitano regionale, una “metro” destinata a collegare il quadrilatero del Veneto centrale compreso tra Padova, Castelfranco, Treviso e Venezia, con treni la cui frequenza prevista è di ogni 15 minuti nella tratta Mestre-Padova e di 20 nei percorsi Mestre-Treviso e Mestre-Castelfranco. Un iter che si è bloccato per il contenzioso tra la società incaricata della progettazione (la Net Engineering) e la Regione Veneto. La ditta vantava la corresponsione di 80 milioni di euro per prestazioni professionali (pari al 10 per cento degli 800 milioni di euro del valore dell'intero progetto): la vertenza si è conclusa un paio di mesi fa con il saldo di 6,4 milioni e di 22 milioni stanziati per pagare gli adeguamenti progettuali necessari a proseguire i cantieri. Risolto il nodo legale, sono iniziati i primi incontri, compreso quello che interessa Vigodarzere, che sarà sede dell’ultima fermata della Sfrm prima di Padova, con innegabile vantaggio per i pendolari che potranno così giungere in treno fino a Padova in una decina di minuti, evitando l’attuale doppio/triplo trasbordo tra autobus e tram. L’amministrazione di Vigodarzere ha posto sul tavolo alcune questioni: innanzitutto, siccome il nuovo binario situato a ovest dell’esistente non risolve il problema di accesso alla stazione di Vigodarzere e al parcheggio di via Manin, ha proposto di considerare un passaggio più a nord, ripensando a un accesso attraverso via Cesare Battisti. Si tratterebbe di riproporre il cavalcavia che a suo tempo era stato pensato e poi mai realizzato. Ha proposto poi di riutilizzare il vecchio ponte come percorso ciclopedonale tra il centro di Vigodarzere e il capolinea nord del tram e di affiancare al nuovo ponte una struttura che alleggerisca il flusso automobilistico di Pontevigodarzere, che oggi blocca il traffico di Vigodarzere e Cadoneghe verso Padova. «Dopo anni si è tornati finalmente a discutere di progetti e soluzioni», commenta il vicesindaco Roberto Zanovello, «per cercare di risolvere il problema della viabilità. Da risolvere ci sono ancora la questione del Grande Raccordo anulare e l’espansione della zona industriale di Cadoneghe. Sul Gra, visto che ormai il Terraglione non sarà più interessato dal passaggio sul Tavello - eliminato - stiamo lavorando a una proposta alternativa da presentare entro poche settimane ai cittadini. Se poi, come pare, partirà l'ampliamento della zona produttiva di Cadoneghe, sarà possibile vedere regolato da una rotatoria l'accesso al Terraglione dalla regionale 307 del Santo».

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